
La Fiorentini lascia Piancaldoli. Oltre 80 lavoratori a rischio
Non è una delle tante aziende meccaniche, la "Ing. O. Fiorentini" di Piancaldoli. Chi conosce i luoghi dov’è ubicata, nella parte più a nord della Toscana, tra i monti dell’Appennino oltre il passo della Futa e della Raticosa, in una piccola frazione di Firenzuola che conta meno di 200 abitanti, si stupisce per la presenza di un’azienda che conta, nel sito produttivo di Piancaldoli – 5000 mq di superficie -, oltre 80 addetti, che fattura 34 milioni di euro, producendo idropulitrici e aspirapolveri che invia in tutto il mondo.
E per l’area di Firenzuola è il più importante polo occupazionale. Per questo, quando la direzione della Fiorentini, durante un incontro con le rappresentanze sindacali di Firenze e Bologna, ha comunicato la decisione di spostare, entro il 2025, tutta l’attività dello stabilimento di Piancaldoli nei propri capannoni di Castel San Pietro Terme, è stato un vero e proprio shock.
"È una decisione che lascia sgomenti – dice il sindaco di Firenzuola Giampaolo Buti –, la perdita di oltre 80 posti di lavoro in un territorio come il nostro rappresenta un vero e proprio dramma per cittadinanza e tessuto sociale. Incontreremo lavoratori e proprietà per metterci a disposizione e cercare insieme tutte le strade percorribili per scongiurare il trasferimento aziendale". Buti ha già fissato un incontro con il presidente della Regione, e sta contattando l’azionista di maggioranza, Alessandro Fiorentini, per sollecitare un ripensamento.
Anche perché la presenza di questa azienda a Piancaldoli ha una ragione precisa: fu il fondatore, l’ingegner Osvaldo Fiorentini, nativo di Piancaldoli, a volerla costruire lì, alla fine degli anni ’70, per dare un contributo concreto al proprio paese.
Così nello stabilimento di Piancaldoli la Fiorentini è divenuta azienda leader nel mondo per le idropulitrici industriali, e basti dire che anche i pavimenti della Cappella Sistina sono lavati con i macchinari costruiti in Alto Mugello. L’altro ieri si è tenuta l’assemblea sindacale in un clima di incredulità e rabbia. "Dopo anni di dedizione – dicono i rappresentanti della Fiom-Cgil -, i lavoratori si trovano a vedersi sfilare da sotto i piedi uno stabilimento che qui produce e qui ha le sue radici da oltre 30 anni".
Così ora scattano i primi scioperi, oggi per l’intera giornata, con presidio davanti alla fabbrica. E non mancano le reazioni politiche, di solidarietà e di preoccupazione, della lista civica firenzuolina "Bene Comune" e del consigliere regionale della Lega Giovanni Galli che chiede alla Regione di attivarsi.
Secondo la lista Bene Comune, invece, "occorre creare un tavolo di crisi aziendale che veda la partecipazione di tutte le predette istituzioni che si coordini anche con le medesime istituzioni dell’Emilia-Romagna per affrontare le problematiche che stanno alla base di questa drastica decisione di chiusura della fabbrica".
Paolo Guidotti