DON FRANCESCO
Cronaca

La differenza fra essere e apparire

Don Francesco

Vermigli

La vita dell’uomo si gioca tutto sull’essere e sull’apparire. È come se ciascuno di noi camminasse su un filo: scelgo di essere o di apparire? Apparire è per sé: sono preoccupato che gli altri abbiano di me una buona considerazione; che si parli bene di me. Essere invece non ha un secondo fine e inoltre, a pensarci bene, è anche a favore degli altri: sono autentico, sono vero e nello stesso tempo per questo faccio davvero il bene degli altri. "Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti!": così dice con forza Gesù nel Vangelo di questa domenica (Marco 7,1-8.14-15.21-23). Gente che onora Dio con le labbra, che rende culto a lui, ma il cui cuore è lontano da Dio. Labbra e cuore; apparire e essere, appunto. Con le labbra posso convincere gli altri, li posso ingannare; ma non posso ingannare Dio, che vede nel profondo. Con il cuore invece sono vicino a Dio, quando la mia preoccupazione non è apparire, ma essere. Quando cresco negli insegnamenti di Dio, quando cresco nella sua amicizia. La nostra cultura non sa vedere l’essere; spesso riesce a vedere solo l’apparire. Non ha gli occhi per vedere; anzi spesso, coloro che sono e non appaiono, sono considerati poca cosa. Ma forse è stato sempre così: perché apparire è la via più facile. Più difficile è essere, più difficile è cambiare il proprio cuore. A pensarci bene, però, non spetta tanto all’uomo cambiare il proprio cuore: all’uomo spetta di chiedere che cambi il suo cuore, Colui che quel cuore l’ha creato e che insegna che quel che conta è essere, non apparire.