La curva viola rinasce. Diecimila posti nel 2026. Ma resta il rebus concerti

La nuova Fiesole sarà pronta fra due anni, entro 15 giorni invece via ai lavori. Dopo l’estate sopralluoghi per capire se ci sarà spazio per i big della musica.

Quindici giorni e la curva Fiesole finirà definitivamente sotto i ferri. Il maxi cantiere la coprirà almeno fino a settembre del 2026. Dopo due anni il velo cadrà per liberare 10mila posti che si collocheranno sotto la nuova copertura. Sono queste le tappe che aspettano la curva viola, dopo la sua ultima notte vissuta ieri. I lavori veri e propri cominceranno, da calendario, nella prima settimana di giugno. Al termine cioè dell’intervento di risanamento delle strutture in cemento armato della curva Ferrovia.

La stessa dove, in questi giorni, sono in corso operazioni che prevedono l’utilizzo di fibre di carbonio che saranno poi coperte con malta in modo da realizzare le cosiddette finiture ’legno di casseforma’. Si tratta ancora delle fasi preliminari al restyling che però, con il via libera delle ditte alla Fiesole, entreranno finalmente nel vivo. Il progettone affidato nella realizzazione al raggruppamento temporaneo di imprese formato da Cobar e Sac , prevede che la prima fila della storica casa del tifo viola si trovi all’altezza di circa un metro rispetto al campo, con barriere innalzabili oltre i due metri per motivi di sicurezza.

I lavori dovranno procedere a tappe forzate entro il 2026. L’obiettivo è, per settembre di quell’anno, completare anche il restauro delle parti storiche del Franchi, il risanamento di tutte le strutture in cemento armato, della pensilina e della torre di Maratona. La data spartiacque è legata alla decisione su quali altri stadi oltre a Roma, Milano e Torino, ospiteranno gli Europei. Ciò significa che, almeno a metà 2026 i lavori per il nuovo Franchi dovranno essere a buon punto per avere la chance di destare interesse come vetrina europea. Nei giorni scorsi intanto dopo l’audizione dei tecnici di Palazzo Vecchio a Roma, si è tenuta anche quella fra il Comune e i principali nomi del music business coinvolti nell’organizzazione dei concerti. L’obiettivo: capire come dopo il ’congelamento’ una piazza da 40mila posti come il Franchi, possa rinascere. Ma soprattutto se possa farlo con caratteristiche tali da ospitare palcoscenici degni di grandi nomi della musica. Per questo a settembre è stato fissato un sopralluogo tra le ditte affidatarie dei lavori, i tecnici del Comune e gli organizzatori di eventi.

Nel frattempo lo stadio andrà avanti con un capienza ridotta di 22mila posti così come stabilito dalla nuova convenzione fra Palazzo Vecchio e Fiorentina. La società pagherà 600mila anziché i 650mila pattuiti per far fronte ai minori introiti. E i soldi mancanti? Allo stato dell’arte, dopo il definanziamento dei 55 milioni prima tolti dal governo e poi restituiti sotto forma di fondi per le periferie, i costi per coprire tutto il restyling sarebbero saliti almeno a 90 milioni di euro. Una lievitazione dei prezzi che ha già innescato il botta e risposta fra il patron Rocco Commisso e il sindaco Nardella. La domanda a cui rispondere? Chi si prenderà la briga di mettere sul piatto gli almeno 40 milioni mancanti? Un’alleanza fra pubblico e privato secondo Nardella potrebbe portare a una divisione delle spese tra Fiorentina e Comune. La proposta però non piace a Commisso.

cla.cap