
Simone Gamberini, presidente di Legacoop, all’assemblea dei delegati a Firenze
"La cooperazione è strumento di partecipazione, cittadinanza attiva e sviluppo democratico. È baluardo contro la desertificazione economica delle aree interne, dove le micro e piccole cooperative rappresentano spesso l’unica forma d’impresa presente, contrastando lo spopolamento e ricostruendo legami sociali". Lo ha detto Simone Gamberini, presidente di Legacoop, nel suo intervento di apertura all’assemblea dei delegati in corso a Firenze. "Le cooperative - ha detto - non sono solo imprese: sono comunità economiche e sociali radicate nei territori, orientate al bene comune. In un momento storico in cui l’idea stessa di progresso sembra vacillare, le cooperative riaffermano la centralità della persona, la funzione sociale dell’economia e il valore della pace. Il movimento è pronto a contribuire al disegno di un nuovo paradigma di sviluppo, fondato sulla giustizia, sull’inclusione e sulla sostenibilità".
"Con migliaia di esperienze professionali e relazionali, le cooperative sociali si prendono cura delle persone, generano sviluppo e combattono le disuguaglianze. Ma il settore soffre di criticità evidenti: oggi mancano oltre 65.000 infermieri e più di 32.000 educatori solo nei servizi per l’infanzia – ha aggiunto Gamberini – È tempo di strategie coraggiose e lungimiranti per valorizzare il lavoro sociale e rafforzare le politiche pubbliche, anche in risposta all’inverno demografico e all’aumento delle disuguaglianze".
Ha evidenziato poi che "nel welfare la cooperazione sociale è presidio di prossimità e solidarietà anche in territori spesso dimenticati". L’abitare "è diventato un problema nazionale, un fattore di approfondimento delle diseguaglianze. Noi riteniamo più che mai che la cooperazione possa essere una rinnovata soluzione. Il nostro settore, tra le altre proposte, ha recentemente presentato un ‘piano casa nazionale’ che prevede la realizzazione di 20.000 abitazioni in 10 anni, con un investimento di 4,9 miliardi da destinare all’affitto o assegnare in godimento a canoni sostenibili".
A ’La cooperazione in festa’, la rassegna di tre giorni organizzata da Legacoop Toscana con il patrocinio del Comune di Firenze, ieri si è parlato del ’bore out’, la noia estrema che denota una profonda insoddisfazione lavorativa, e del ‘quiet quitting’, cioè la scelta del dipendente di eseguire il minimo indispensabile nel rispetto delle proprie mansioni e del proprio orario di lavoro: sono alcuni dei nuovi neologismi legati al mondo del lavoro che raccontano nuove tendenze, modi di vedere e fenomeni in atto. Poi si è svolta un’iniziativa a cui hanno partecipato 300 studenti e dove è intervenuta la linguista Beatrice Cristalli. A seguire, un confronto fra professori, studenti e cooperatori. La rassegna si chiude oggi.
R. E.