
di Duccio Moschella
"Finalmente!". E’ stata questa l’esclamazione più ripetuta la mattina di Pasqua, prima, durante e dopo lo Scoppio del Carro. Dopo l’annullamento nel 2020 e un’edizione a porte chiuse l’anno scorso, la Colombina è tornata a volare come meglio non avrebbe potuto. Andata e ritorno perfetti nei due viaggi di 70 metri dall’altare maggiore al ’Brindellone’ e viceversa. A differenza del 2021, quando il volo andò ugualmente bene, in piazza è tornato il pubblico, di fiorentini e turisti, soprattutto italiani, ma il colpo d’occhio è stato lo stesso del 2019. Anche il corteo storico, con i musici, i bandierai e la novità delle guardie del fuoco, è tornato su presenze comparabili a prima della pandemia. Una festa nella festa, che ha costretto il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori a un lungo giro in piazza Duomo e piazza San Giovanni per la benedizione della folla - secondo Palazzo Vecchio oltre cinquemila persone -, dopo l’aspersione del Carro. Al di là dei numeri ad assistere all’antica manifestazione di fede e tradizione, che si tramanda da secoli, c’era davvero tanta gente. E perfetto è stato il volo della Colombina, il congegno trasportato da un razzo innescato dal cero santo, accensione che spetta al cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, appena intonato il Gloria. La tradizione tramanda che se riesce a rientrare ci saranno buoni raccolti. E la riuscita della cerimonia nel suo insieme quest’anno è stata accolta ancora più come un segno di speranza.
A livello economico, almeno per quanto riguarda l’attività del settore ricettivo, la ripresa è visibile e in tempi moderni è anche questo un buon raccolto, mentre per quanto riguarda la guerra in corso ai confini orientali d’Europa, il volo della Colombina non può dare indicazioni, nemmeno se si combattesse a Rovezzano. Insieme a una robusta dose di preghiera, sono necessari ben altri interventi, come ha ricordato il cardinale Betori nell’omelia: "Non sono le armi a poter garantire" la pace, "non sono gli equilibri geopolitici, non è la prepotenza o al contrario la paura a poterla favorire. La pace e una vita umana degna, per ciascun uomo e donna e per i popoli, può scaturire solo da cuori convertiti all’amore".
Il sindaco Dario Nardella, parlando da piazza del Duomo, ha sottolineato come anche il ritorno del pubblico per la manifestazione sia "un segno di ripartenza dopo il Covid". Ha pure evidenziato "i numeri impressionanti, oltre ogni rosea previsione" sui turisti arrivati a Firenze.