"Il picco di Covid? È in corso da mesi". Niccolò Berzi, medico di medicina generale, lo vede ogni giorno, anche senza spulciare i bollettini della Regione. "A parlare – spiega – è il numero di pazienti che rinvia piccoli interventi chirurgici: prima del ricovero viene fatto necessariamente il tampone. E ad essere rispediti a casa in attesa di guarigione sono almeno dalle 6 alle 12 persone a settimana, soltanto fra i miei pazienti". Un’equazione che, se estesa a tutta la città, spiega quanto la cavalcata del Covid sia cambiata, ma non si sia arrestata.
Berzi, perché allora la sesta dose non decolla?
"Dobbiamo prima di tutto cambiare paradigma: non parlare più di quinta o sesta dose, ma di vaccino aggiornato".
In che senso?
"L’importante è avere la dose di vaccino aggiornata che è in circolazione dal 27 settembre, eseguita poi da ottobre. Questa dose è in grado di ’rimettere in pari’ anche chi finora non ha fatto il vaccino e offrire copertura adeguata. Il vaccino più aggiornato si chiama Comirnaty Omicron XBB.1.5"
Cosa è cambiato da dicembre 2022?
"La percezione degli addetti ai lavori è che il vaccino fatto dal personale sanitario nel 2021 proteggesse anche dall’infezione. Da fine 2021, con la variante Omicron, in grado di mutare rapidamente, la protezione dall’infezione è caduta. Chi oggi si vaccina, non ha possibilità inferiori di infettarsi, ma maggiore protezione dai sintomi indesiderati".
Quando è che la curva dei contagi ha ricominciato a crescere?
"Almeno da agosto. Questa estate il numero di tamponi fai-da-te di persone positive al Covid con sintomi ha ricominciato a crescere. Forse però non è mai stato comunicato adeguatamente".
Manca la percezione del rischio?
"Una circolare del ministero dall’11 agosto ha eliminato la procedura dell’isolamento per i positivi. Una scelta normale, dato che il virus è endemico. Il ministero però fa anche una lista di raccomandazioni. Anche nel lessico quando diciamo ’è semplice influenza’: l’influenza non è semplice ma è un virus subdolo e può colpire con sintomi molto diversi nella stessa famiglia. Ha una gravità limitata, ma sommata al Covid può creare problemi".
Forse è bene ripeterli.
"Può esserci una sintomatologia acuta nel breve periodo che lascia spazio ad una più varia come stanchezza, tosse, sinusite, forme catarrali, nebbia mentale. Oltre al rischio di contrarre in rapida sequenza sia influenza che Covid.
Come schivare il virus a Natale?
"La socialità è inevitabile ed è anche un errore opporsi. Ma bisogna sapere che il vedersi in gran numero in questo periodo esporrà a un aumento di contagi. Per questo chi ha sintomi dovrebber fare test fai-da-te o usare la mascherina. Dobbiamo avere consapevolezza che da ottobre ai prossimi mesi almeno il 50% di noi contrarrà il Covid o lo ha già contratto, spesso paucisintomatico. Siamo comunque in una situazione diversa dal Natale 2021".
Vietato avere paura quindi?
"Serve consapevolezza. Anche del fatto che è presente l’influenza da fine settembre nonostante il clima mite. La campagna antinfluenzale è importante: ma i numeri non decollano. Faccio un appello: siamo in tempo ancora per recuperare.
Claudio Capanni