STEFANO BROGIONI
Cronaca

La bambina scomparsa I pm stringono il cerchio Ascoltati in procura lo zio e il fratellino

Svolta nell’inchiesta, sentita anche l’amichetta che aveva litigato con Kataleya. La pm Antimafia entra nell’ex hotel occupato. Perlustrati garage, tombini e abitazioni.

di Stefano Brogioni

Le indagini sembrano tornare indietro, ai sopralluoghi e alle perquisizioni all’hotel Astor. Ma vanno avanti. Grazie a un testimone. "Ho visto una persona che trascinava via Kata dal cortile contro la sua volontà", ha detto la fonte acquisita lunedì sera dalla procura. È lo sprint a un’indagine che finora sembrava annaspare in tante, troppe piste, tra omertà e segnalazioni difficili da verificare. Ancora c’è molto da scoprire ma intanto è lì, tra via Maragliano e via Boccherini, nel retro dell’ex albergo occupato, che gli inquirenti potrebbero aver trovato un canale in cui far scorrere le indagini sulla scomparsa della piccola Kataleya Mia Alvarez.

Un mistero che, a quattro drammatici giorni di distanza dalla denuncia della madre Katherine, sta tenendo l’Italia con il fiato sospeso.

La giornata di ieri, fitta di interrogatori e perlustrazioni fin dentro tombini e pozzi neri, riporta sempre all’albergo della disperazione dove un centinaio di persone, e molti bambini, hanno trovato una sistemazione.

Già, i bambini. Il pm della Dda di Firenze, Christine Von Borries, ha fatto avanti e indietro tra il suo ufficio al settimo piano della procura e l’edificio occupato teatro del presunto rapimento a scopo di estorsione per prendere i loro racconti.

Nel tardo pomeriggio, il magistrato ha sentito anche l’amichetta con cui Kata, sabato pomeriggio, aveva prima giocato e poi bisticciato. Con l’ausilio di una psicologa, la bambina è stata portata anche nello spazio del condominio accanto dove una pista faceva pensare che potesse annidarsi una base dei rapinatori. Gli accessi in appartamenti e cantine, però, hanno dato esito completamente negativo, anche se ogni passo degli inquirenti è stato seguito da telecamere e cittadini ansiosi di un epilogo positivo della vicenda. Che però neanche ieri è arrivato.

In assenza di un’immagine che attesti l’uscita della bimba dal cancello che affaccia su via Boccherini, è comunque il retro dell’edificio la possibile via di fuga al riparo da occhi indiscreti che potrebbe essere stata usata per portare via dell’ex hotel Astor la piccina. Non da sola, se la testimonianza in mano alla procura dovesse acquisire ulteriore sostanza.

Oltre all’amica di Kata, il sostituto procuratore Von Borries ha ascoltato per quasi due ore, nel suo ufficio, lo zio materno Abel e il fratello di maggiore di Kata di otto anni. Non sarebbero emerse incongruenze con le ricostruzioni della giornata di sabato sinora acquisite dagli inquirenti. Lo zio ha ammesso di aver perso di vista per un breve lasso di tempo la nipotina perché impegnato a cambiare i vestiti della propria bambina di due anni. Il fratellino ha raccontato che stava giocando in un altro punto dell’edificio occupato. Sempre ieri, i carabinieri hanno preso a verbale ulteriori occupanti dell’ex albergo.

È un’attività frenetica. Ieri, sulle pagine dei social della comunità peruviana (che ieri ha ripetuto una manifestazione di solidarietà ai connazionali) sono state condivise le foto di alcuni misteriosi cartelli (con la scritta ’Sto bene’, in italiano) apparsi in prossimità delle fermate della tramvia vicine a via Maragliano. Secondo gli investigatori non c’è alcuna attinenza con la scomparsa di Kata. Si è appresa pure la notizia che da Bologna era giunta la segnalazione di una bambina – in compagnia di una donna – a bordo di un autobus. Il dispositivo di ricerca anche in questo caso si è concluso senza esito.

La mamma di Kata, Katherine, 25 anni, ha passato la notte in ospedale, dopo il gesto di ingerire una piccola quantità di candeggia. È stata sottoposta ad alcuni accertamenti e non è stata ancora dimessa.