CARLO CASINI
Cronaca

Isolotto terrorizzato da bande di ragazzini, parte la rivolta dei residenti

Il nostro viaggio in piazza Matas dove i giovani salgono sui tetti dei palazzi per emulare le challenge social

Alcuni residenti dell'Isolotto mostrano i danni dei ragazzini

Firenze, 10 agosto 2022 - Tenuti in scacco da bande di ragazzini, e guai a chi fiata perché il gruppetto di adolescenti non si fa scrupoli a farla da padroni con gli adulti. Urlano fino alle prime luci dell’alba, qualcuno sostiene facciano uso di alcol, vandalizzano quello che trovano e non si peritano a entrare nei condomini per le loro bravate.

Tra le tante, la più grave, quella di salire di soppiatto sui tetti dei palazzi, alti sei, sette piani: arrivano fino all’ultimo piano, passano dal lucernario e accedono al tetto, rincorrendosi e sfiorando la morte, emulando le challenge che vedono sui social.

Doveva essere un quartiere moderno e vivibile, quello di piazza Nicola Matas, quando fu pensata, un Isolotto nuovo, prosecuzione di quello vecchio, la città giardino. E invece è sconosciuta alla maggior parte dei fiorentini.

Siamo all’estrema periferia ovest della città, tra via Canova e il borgo antico di San Bartolo a Cintoia, ormai completamente inglobato dai palazzoni. Ed è proprio questa posizione nascosta, riparata ad attira la gang, giunta ormai alla seconda o terza generazione, che qui può spadroneggiare impunemente.

"Non ne possiamo più", lamentano i residenti esasperati. "Saranno quattro o cinque anni che va avanti questa storia – raccontano Gino, Renzo e Roberto – Fanno confusione fino alle 4 di mattina. L’unico aspetto positivo dell’emergenza Covid-19 è che con il lockdown avevano smesso, ma ora hanno ripreso. Non si può dormire con le finestre aperte. I più piccoli avranno sui 12 anni, i più grandi arriveranno a 16. La mattina è pieno di sudiciume e bottiglie di birra rotte. Fanno le gare con i motorini intorno alla piazza. Entrano nei cortili dei condomini, rovesciano i secchi e buttano in terra le moto solo per fare dispetto. Ci domandiamo: i genitori che li vedono tornare a casa così tardi a questa età, non dicono loro niente? Non si informano su cosa fanno?"

«Un giorno sentivo chiasso per le scale – racconta uno dei residenti –. Volevano andare a correre sui tetti. Si infilano nel condominio, non so se suonano e qualcuno apre, o se trovano il portone aperto o se lo forzano. Sono uscito per vedere cosa stesse succedendo. Per fortuna mi hanno visto e sono scappati. Questo blocco ha 110 metri di tetto: sai che rincorse prendono?"

Ma guai a dir loro qualcosa: "Una signora che abitava qui, si affacciò e disse “ragazzi è loro di finirla”. Fu la sua condanna: per mesi sono passati a urlarle offese, finché non ha venduto casa. Un’altra volta, c’era una festa nella stanza comune del condominio, un compleanno di ragazze. Loro, viste le ragazzine, volevano entrare di forza, ma le bimbe erano spaventate, non li volevano, si chiusero dentro. I maschi hanno cominciato a prendere a calci la porta a vetri, io sono sceso giù a brontolarli e mi sono preso una dose di offese oltre che schiaffetti e scappellotti provocatori. Si scherniscono dicendo che tanto sono minorenni, praticamente intoccabili".

"La sera c’è da aver paura a uscire – raccontano i tre – A un nostro vicino che li aveva sgridati, lo hanno accerchiato in venti". Una prima fondamentale azione da compiere secondo i residenti, è togliere loro il covo notturno: il giardinetto tra la piazza e il borgo. "Va chiuso la sera con delle cancellate, se no non si risolve – affermano –. Quando chiamiamo la polizia non viene mai, ogni tanto la sera passano, ma con le luci accese: loro vanno via e ritornano dopo".

"Questo giardinetto – spiega Gino che quella piazza l’ha vista crescere – lo facemmo con la nostra cooperativa. Ci costò 400 milioni di lire e doveva servire a beneficio di tutta la comunità. Guarda invece com’è finita…". Cartacce, plastiche e avanzi di cibo buttati in terra. "E meno male oggi non ci sono le siringhe come spesso capita".