GIULIO ARONICA
Cronaca

"Io, il cinema e l’ultimo film a Firenze"

Pino Ammendola ha finito le riprese nel castello di Ristonchi a Pelago: "Un omaggio alla Toscana e alla sua cucina attraverso la storia di un cuoco danese"

di Giulio Aronica

"Iddio ci ha creato per farsi raccontare storie". E Pino Ammendola in oltre mezzo secolo di carriera ne ha raccontate tante, al teatro, al cinema ed in televisione; talento poliedrico e vivace, sempre pronto a "volare dove non ho mai volato" per espandere il racconto della propria vita e della propria arte, Ammendola è stato attore, regista e storico doppiatore di grandi interpreti della settima arte come Jerry Lewis, Antonio Banderas e Stanley Tucci. Recentemente impegnato nel film fantapolitico ’A.N.I.M.A’ nel doppio ruolo di regista e protagonista e nel documentario ’Lectura Ovidii’, presentato in anteprima mondiale a Toronto nel 2019, oggi l’artista napoletano è ancora in pista per una nuova avventura cinematografica, ambientata interamente in Toscana.

Il film è una produzione danese e si intitola ’Toscana’: un omaggio romantico al paesaggio e alla cucina della nostra regione...

"Si, ho avuto la fortuna di lavorare con Mehdi Avaz, un talentuoso regista di origini iraniane, e a volti noti del cinema nazionale ed europeo, come il danese Anders Matthesen, Cristiana Dell’Anna e Andrea Bosca. Ci siamo trasferiti per il periodo delle riprese a Pelago, nel castello di Ristonchi, dove si svolge l’intera vicenda. E’ la storia di un cuoco danese in cattivi rapporti con il padre, da cui eredita alla scomparsa un castello: all’inizio vorrebbe venderlo, poi l’amore, la passione per la cucina toscana e la splendida vallata fiorentina lo spingeranno a restare".

Ammendola e Firenze. Qual è il rapporto con la nostra città?

"Io sono nato con il teatro, e la Pergola era considerata già all’epoca una tappa obbligata per un attore, perché il pubblico fiorentino è sempre stato il più difficile ed esigente. Ho lavorato anche per programmi radiofonici nelle sedi Rai regionali, ma il mio legame con la Toscana non è solo professionale: la mia compagna, pur essendo romana, ama trascorrere le vacanze estive a La Verna, sull’Appennino toscano".

Qual è il suo ricordo più bello di Firenze?

"La città è cambiata molto. Una volta, venivo qui con Giorgio Albertazzi e girare nel centro storico significava vedere le botteghe e gli artigiani, sentire la fiorentinità dal suo interno, non solo come un museo. Oggi si avverte nitidamente che la città è più dei turisti che dei residenti".

Nell’epoca del covid, qual è il futuro del teatro e del cinema?

"Ho sempre pensato che la distinzione tra attore di cinema e di teatro fosse in realtà piuttosto fittizia ed artificiosa. Oggi però si privilegia una fruizione standardizzata ed esclusivamente televisiva del prodotto culturale, si è persa la percezione del valore dell’arte, per cui, come amava scrivere il grande umorista austriaco Karl Kraus, sono molto ottimista per il futuro del pessimismo".