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"Inclusione, servono percorsi mirati" Il progetto del Cui parte dalla scuola

Interviene la presidente Patrizia Frilli: "Ne parleremo il 27 maggio a Scandicci"

"Inclusione, servono percorsi mirati" Il progetto del Cui parte dalla scuola

"Servono maggiori progetti di inclusione per quanto riguarda la disabilità nelle scuole. A cominciare dalle gite scolastiche". Patrizia Frilli (nella foto), presidente del Cui, associazione che si occupa di sostegno e accoglienza ai disabili, è intervenuta sulla vicenda raccontata dal nostro giornale dei due ragazzi diversamente abili, non coinvolti in una gita autogestita dagli altri studenti di un istituto alberghiero. "Fa riflettere – ha detto – la denuncia della poca inclusione della figlia fatta da una delle mamme. La nostra associazione da tanto tempo si dedica a percorsi di inclusione tramite progettualità apposite. Non è mai abbastanza la sensibilizzazione e l’attività di sostegno che possiamo fare all’interno delle scuole. Servono momenti di riflessione e giochi interattivi, in modo che sia gli studenti che gli insegnanti possano cambiare atteggiamento nei riguardi della diversità".

Proprio su questo argomento, l’associazione ha organizzato per sabato 27 maggio un convegno che si terrà al castello dell’Acciaiolo di Scandicci coinvolgendo le scuole. "E’ fondamentale – ha aggiunto Patrizia Frilli – coinvolgere la comunità educante su questi temi. Per questo abbiamo lavorato a un progetto che si chiama ‘Io come te’ che nei fatti si struttura come un laboratorio scolastico all’interno del quale vengono affrontati temi legati alla diversità e alla disabilità. Le attività proposte, gestite da psicologi-psicoterapeuti, sono volte a promuovere la partecipazione e la riflessione degli studenti in merito a queste tematiche, affrontando in particolare gli aspetti legati alla relazione con il compagno con disabilità". L’attività prevede incontri comuni con insegnanti e studenti, condotti da uno psicologo e un volontario dell’Associazione. Il secondo progetto del Cui si chiama ‘Diverso da Chi’ ed è incentrato sul sostegno alla genitorialità per famiglie che si trovano ad affrontare, insieme al figlio, il delicato momento del passaggio da un grado di scuola ad un altro; è riservato a ragazzi di elementari e medie.

"Attraverso il processo di conoscenza – ha detto ancora Patrizia Frilli – ci prefiggiamo di abbattere fenomeni di esclusione, emarginazione e bullismo nei confronti della disabilità. L’abbiamo strutturato come un sostegno psicologico rivolto ai genitori che possono, in un incontro organizzato dalla dirigenza scolastica, presentare il figlio, far conoscere le sue difficoltà ed i suoi punti di forza agli altri genitori del gruppo classe nonché al corpo docente".

Fabrizio Morviducci