REDAZIONE FIRENZE

Incassò gli anticipi ma non consegnò le case. Costruttore edile condannato per truffa

Sfruttando una società avviata al fallimento, si appropriò di 260mila euro

Sfruttando una società avviata al fallimento, si appropriò di 260mila euro

Sfruttando una società avviata al fallimento, si appropriò di 260mila euro

FIRENZELa promessa di una casa, formalizzata con un contratto preliminare. Ma i soldi venivano versati e quindi incassati, mentre gli appartamenti non sono mai stati consegnati.

Il Tribunale di Firenze, prima Sezione Penale, giudice dottoressa Annalisa Angeli, ha pronunciato nei giorni scorsi una sentenza di condanna a due anni nei confronti del costruttore fiorentino Francesco Bini, 49 anni, accusato di truffa aggravata dal danno patrimoniale di ingente quantità.

Per l’imputato, difeso dall’avvocato Filippo Bellagamba, anche 800 euro di multa. Bini è stato altresì condannato al risarcimento dei danni (da liquidarsi in sede civile) nei confronti delle parti civili, difese dall’avvocato Massimiliano Manzo (nella foto), oltre alle spese legali.

I fatti oggetto del procedimento si collocano tra il 2017 e il 2018. L’imputato, presentandosi come legale rappresentante della società “Pnf Progetto Nuovi Fabbricati S.r.l.” (impresa dichiarata fallita nel novembre del 2019, per cui è in corso un altro procedimento per bancarotta), induceva in errore le parti civili Luciana e Gianfranco Cau per l’acquisto di alcuni appartamenti in viale Corsica, via Madonna della Tosse, pur non avendone la legittima disponibilità.

Le parti civili, vista la fiducia riposta nel costruttore, e dal prezzo della caparra abbordabile, si sarebbero convinti dell’affare alla stipula dei contratti preliminari di compravendita.

In realtà, la Società “PNF Progetto Nuovi Fabbricati S.r.l.”, amministrata di diritto dal padre di Bini (assolto) e di fatto da Francesco Bini, non era più titolare del diritto di acquisto di tali beni (era stata costituita una nuova società omonima che aveva preso i diritti sull’immobile) e, quindi, non veniva, di conseguenza, stipulato il contratto definitivo di vendita. Così, nonostante gli anticipi versati, i clienti non ebbero mai i loro appartamenti.

In questo modo, secondo l’esito del giudizio di primo grado, Bini si sarebbe procurato un ingiusto profitto con un danno patrimoniale per le persone offese dall’ammontare di circa 260mila euro.

"Le persone offese sono molto contente dell’esito", commenta l’avvocato Massimiliano Manzo.