In undici in missione per l’Ucraina "Basta con il business delle armi"

In testa il vescovo Andrea Migliavacca insieme a monsignor Cristiani e al sindaco di Fucecchio, Spinelli. Il coordinatore del viaggio umanitario è il generale Antonino Zarcone. Ecco le ragioni della partenza

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In undici in viaggio per la pace. Da questa terra, che sta accogliendo profughi, all’Ucraina, dove la parola è ancora in mano ai cannoni. E’ la missione che vede in prima fila il movimento Shalom – guidato dal fondatore monsignor Andrea Cristiani, parroco di Fucecchio – e che partirà il prossimo 11 luglio. Chi sono i componenti? Tre giovani forcolesi del favoloso gruppo Rock & Peace che ha promosso un evento a sostegno dei piccoli ucraini, il presidente di Shalom Vieri Martini, tre preti don Luca, don Donato ed monsignor Crstiani con il vescovo Andrea Migliavacca, il sindaco di Fucecchio Alessio Spinelli, la giornalista e Romina Gobbo unica donna e il coordinatore del viaggio umanitario il generale Antonino Zarcone. "Dopo aver promosso e partecipato ad una serie di iniziative per rompere l’indifferenza di fronte all’assurda guerra in atto – dice monsignor Cristiani – Shalom prende la decisione di fare un viaggio nel paese aggredito allo scopo di sostenere la difficile vita della popolazione Ucraina e soprattutto dei bimbi innocenti che pagano il prezzo più alto di questa follia omicida".

"I sentieri sui quali ci muoviamo sono quelli tracciati dalla nostra visione di un mondo unito, dove viene clamorosamente violato il principio fondamentale e nel modo più disumano, della fratellanza universale – aggiunge il fondatore di Shalom –. Andiamo a costruire ponti e favorire incontri, vogliamo curare le ferite lancinanti di cuori straziati dalla morte, dall’odio, dalla paura e dalla distruzione. È un segno che vogliamo porre, niente più di un segno. Andiamo come degli sconfitti, inermi, fiduciosi solo nella razionalità dell’uomo e nella imprevedibilità di Dio che solo può sorprenderci agendo nell’intimo degli spiriti".

"Questa guerra come tutte le guerre non avrà vincitori, ma solo sconfitti. E’ la madre di tutte le scelleratezze: infami interessi, disprezzo dei diritti umani, deliri di obsoleti imperialismi, balle a quintali – prosegue don Cristiani –. Siamo tutti esausti tranne coloro che ci guadagnano, sopratutto con il grande business delle armi. Un viaggio all’insegna della solidarietà e della preghiera come pellegrini di pace, feriti dalla stoltezza dei guerrafondai e dai nemici dell’umanità". "Quello di recarsi nei paesi del mondo dilaniato dai conflitti è nella dinamica del nostro movimento – ricorda il sacerdote che ha guidato missioni in mezzo mondo – : Repubblica Dem. del Congo, Congo Brazzaville, i monti Nuba, Sud Sudan, Eritrea, Irak, Bosnia, Kurdistan, Israele e Palestina, Burkina Faso sono alcuni dei luoghi visitati da Shalom: un linguaggio simbolico per dissentire contro gli orrori e le ingiustizie e depositare segni fecondi di un mondo alternativo". Ora è l’Ucraina a chiedere aiuto.

Carlo Baroni

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