
Imu, la prossima scadenza è il 16 giugno
Firenze, 6 giugno 2022 - I proprietari di immobili sono chiamati il 6 giugno a versare l’acconto Imu. Sono escluse le abitazioni principali, a meno che non rientrino dalle categorie signorili A/1, A/8 e A/9. Un onere non da poco, specie per chi è proprietario di più case, magari la seconda casa al mare e quella in montagna. Le aliquote Imu sono deliberate dai singoli Comuni, che poi possono prevedere degli abbattimenti per particolari caegorie di contribuenti. «In linea generale – spiega Barbara Gambini, presidente di Confedilizia Toscana – la maggior parte dei Comuni prevedono una riduzione dell’aliquota nel caso in cui l’immobile sia concesso in loczione a canone concordato». Anche a livello nazionale, e quindi si tratta di una norma valida ovunque, indipendentemente da quanto eventualmente previsto dall’ente locale, l’affitto a canone concordato consente uno sconto del 25% sulla base imponibile Imu. Il contratto (3+2) deve essere però registrato e inviato al Comune. Un’altra agevolazione si ha quando la casa viene concessa con contratto di comodato gratuito stipulato tra genitori o figli, ovvero tra parenti in linea retta entro il primo grado. Qui lo sconto Imu è del 50%.
«Prima – fa presente la presidente di Confedilizia Toscana – un modo per non pagare l’Imu era quello di prendere la residenza, da parte della moglie o del marito, nella seconda casa. In questo modo non si versavano né l’Imu per l’abitazione principale, né quella sulla seconda casa, che diventava prima casa per uno dei due coniugi».
«La normativa prevede adesso che si debba indicare l’abitazione prevalente dell’intero nucleo familiare e solo questa è considerata abitazione principale. Su questo tema però è intervenuta proprio poche settimane fa la Consulta» sollevando questioni di legitimità costituzionale. La Corte punta i riflettori sulla definizione di nucleo familiare sottolineando come la contestuale sussistenza del duplice requisito della residenza anagrafica e della dimora abituale non solo del possessore ma anche del suo nucleo familiare abbia determinato un diverso trattamento del nucleo familiare rispetto non solo alle persone singole ma anche alle coppie di fatto. La questione è in evoluzione, nel frattempo il consiglio degli esperti è di indicare l’abitazione considerata realmente come principale dal nucleo familiare, per non rischiare sanzioni.
Secondo l’ultimo rapporto Uil, il gettito complessivo Imu nel 2021 è stato di 19,5 miliardi arrivati da oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale. Tra le dieci città più care d’Italia c’è Siena, 7° posto, con un costo medio annuo Imu di 1.663 euro, contro una media nazionale di 1.070. Siena è anche tra le città più care per i costi Imu sull’abitazione principale di lusso: 4.737 euro, al nono posto, contro una media nazionale di 2.623. Ancora peggio per i proprietari di case di lusso che si trovano a Grosseto: il costo totale annuo dell’Imu è per loro di ben 6.402 euro. Solo a Roma si spende di più: 6.419 euro l’anno. Nella top ten, al decimo posto, c’è anche Massa, dove, per un’abitazione principale di lusso si spendono 4.502 euro/anno.
Per i costi Imu sulle seconde pertinenze dell’abitazione principale (costi che si riferiscono alle rendite medie calcolate per una cantina di 8 mq e un garage di 18 mq) spiccano Firenze, quarta città più cara d’Italia, con una spesa di 67 euro per la cantina e di 122 per il box. Nei capoluoghi toscani, dopo Siena, dove si spendono 1.663 euro, l’Imu più cara per le seconde case è a Firenze (1.436 euro) e a Lucca (1.146 euro). Seguono Pisa (1.165), Pistoia (1.082), Carrara (1.041 euro), Livorno e Prato (entrambi a 1.139 euro), Massa (982 euro), Grosseto (964 euro) e Arezzo (945 euro).