
Impruneta fin dalle prime notizie del presunto stupro di gruppo si è ribellata: non accetta etichette di città violenta. Armato solo di accessori rossi, un centinaio di persone si è riversato in piazza Buondelmonti accogliendo l’appello di una imprunetina a manifestare pacificamente la propria vicinanza alla 35enne turista canadese.
In un’Impruneta deserta di cittadini in ferie, ma piena di turisti che non sembrano essersi accorti di quanto accaduto, hanno detto no a qualsiasi violenza. Il sindaco Alessio Calamandrei preferisce non commentare la notizia dei domiciliari per due indagati: "Lasciamo parlare i fatti".
Ma più volte n queste settimane ha ribadito che Impruneta non merita un’etichetta violenta. "È un paese sicuro e sereno, in cui la gente fa tardi la sera a chiacchierare in piazza, dove il rispetto si insegna nelle scuole, dove ci sono eccellenze e feste della tradizione. Per questo ci fa male vedere il nostro nome abbinato a episodi di violenza" ha sottolineato all’indomani della manifestazione spontanea dei cittadini.
La ferrea volontà di tutti è di cancellare questa macchia da un’Impruneta finita su tutti i giornali nazionali e anche canadesi, come gli Angeli del Bello avevano cancellato la scritta su una parete "Boicotta chi stupra", durata solo poche ore. Perché, ha detto il sindaco, Impruneta "è festa dell’uva, è tradizione, è benessere. È una città sana e rispettosa".
Manuela Plastina