Imprese, si naviga a vista: "Fiducia all’artigianato. Grandi opere troppo lente. E il turismo così non va"

La riflessione amara: "Le aziende non si fidano di noi, c’è un pregiudizio nella pubblica amministrazione che per molti è soltanto burocrazia" "Io candidato? Questa politica non mi appartiene. E poi spazio alle donne".

di Erika Pontini

FIRENZE

"Il 2024 sarà un anno con guida a vista. Se inflazione e tassi di interesse hanno un impatto importante su famiglie e imprese, ma si dovrebbe andare verso la riduzione degli oneri, resta l’incognita legata alla crisi energetica. Non siamo più in emergenza ma il problema è solo rimandato". Per Leonardo Bassilichi, imprenditore da 10 anni alla guida della Camera di commercio di Firenze (111mila imprese), la vera sfida del futuro è la valorizzazione delle eccellenze del territorio, a partire dalle piccole imprese, accelerare sulle infrastrutture e ripensare il mercato del turismo.

Presidente, è un’economia in salute quella fiorentina?

"È un’economia fortunata perché ha un grandissimo raggio di azione in tanti settori: dalla moda alla meccanica alla farmaceutica. Questi quattro anni sono stati difficili ma non abbiamo avuto problemi strutturali perché le imprese hanno retto".

E il 2024 come sarà?

"Un anno senza pilota automatico, ma grazie a questo mix di imprese, abbiamo la forza di superarlo".

La crisi energetica è alle spalle?

"E’ rientrata come emergenza ma il problema è solo rimandato. Siamo al vento e troppo lontani da avere energie alternative in grado di sopperire. Le guerre non aiutano, oltre ad essere inumane".

L’inflazione al consumo sta scendendo lentamente creando seri problemi a famiglie e imprese. Cosa prevede?

"I tassi sono stazionari e dovrebbero andare in una curva di recupero, il 2024 sarà migliore".

Molto bene l’export…

"Farmaceutica, gioielleria e meccanica per esempio sono settori in crescita e quindi esportiamo di più".

Ma la moda, dopo il boom del 2022, è in ritirata. Preoccupato per la filiera Toscana?

"Non è un anno che può mettere in ginocchio il settore, dobbiamo fare una media degli ultimi cinque. Abbiamo un tessuto di piccole imprese che sono parte integrante della produzione delle grandi aziende, talmente valide che vengono spesso acquisite dalle stesse multinazionali per garantirsi qualità e quantità. Non credo che a fronte di tanti investimenti - anche scuole di alta formazione all’interno - si butti tutto all’aria".

Qualità: il nostro artigianato è realmente concorrenziale?

"Ce lo riconosce il mondo. Noi invece siamo meno consapevoli di questo immenso valore. Pensi al restauro, stiamo sviluppando un progetto internazionale che supporti il settore per raggiungere tutti i mercati e sbarcare in Corea come in Argentina, ma dobbiamo farlo tutti assieme".

Quindi il nostro business è anche nelle nostre mani?

"Mani e testa. Abbiamo le mani per fare e la testa per impiegare la tecnologia migliore. E’ un binomio vincente. Anche chi fa semplicemente panini e ha investito in innovazione e comunicazione, ha vinto".

C’è un ma?

"Dobbiamo valorizzare di più i settori identitari, non sempre ci riusciamo".

Eppure la missione della Camera di commercio è anche questa, aiutare le aziende…

"Certo ma non credo che siamo considerati autorevoli per le nostre imprese, come tutte le pubbliche amministrazioni".

E’ una riflessione amara fatta dal presidente della Camera…

"È la verità: sarà che voglio fare sempre di più. Nonostante in questi anni abbiamo dimezzato del 50% il costo a carico delle imprese e riversato sul territorio tutto il denaro possibile (l’anno prossimo 7,5 milioni, il doppio del 2022) resta il pregiudizio. La pubblica amministrazione è sinonimo di complicazione anche se in realtà siamo facilitatori con energie formidabili per la nostra comunità".

Lei stesso è un imprenditore..

"Abbiamo ancora delle difficoltà a mettere insieme il nostro valore con quelle delle imprese".

Anche il turismo è una super azienda a Firenze ma quanto è sostenibile?

"Così com’è non lo è affatto. Ha completamente deviato la città dal suo spirito autentico spostando gli equilibri da una rete di piccole imprese autonome, a grandi multinazionali, in pochi si accorgono che questo turismo sta dando soddisfazione soprattutto ai fondi speculativi".

Pensa all’assalto degli Airbnb, in mano ai grandi fondi?

"Anche, e vedo tanta miopia e ipocrisia".

Da parte della politica?

"Non solo. Gli Airbnb sono uno strumento formidabile per l’area metropolitana, anche per spostare i flussi turistici, ma non li posso accettare nella zona Unesco. Crea un effetto perverso che uccide le nostre attività e la bellezza della città: i motivi per cui vengono a visitarci da tutto il mondo. L’area Unesco è invasa da turisti e, insieme alle botteghe di vicinato, sta perdendo tristemente i residenti".

Diceva ipocrisia…

"Quanti fiorentini si lamentano ma se gli leviamo gli Airbnb si arrabbiano perché non avranno più la possibilità di affittare? Siamo pronti al passo indietro?".

Cosa può fare la politica per aiutare il rilancio?

"La mancanza di alcune infrastrutture, come la pista dell’aeroporto e la Tav - oltre ai parcheggi e scuole - penalizzano. Ben venga la tramvia verso Sesto e Bagno a Ripoli, benissimo l’Alta velocità. Alcune cose stanno andando avanti ma troppo lentamente".

A luglio scade il suo secondo mandato in Camera di Commercio. Progetti per il futuro?

"Io ho la fortuna, con mio fratello, di aver contribuito a dar vita a Nexi e sono felicissimo di aver creato un attore europeo qualificante per l’Italia. E con l’incredibile famiglia Sesa generiamo valore dando lavoro a tanti colleghi. Se non è futuro questo...".

Un terzo mandato in Camera di commercio?

"La valutazione su questi 10 anni la faranno altri ma oggi le imprese pagano il 50 per cento meno e hanno di più. Credo sia necessario che le associazioni di categoria facciano una riflessione su quello che vogliono e credono giusto. Io ho svolto questo ruolo con spirito di servizio e ce la metterò tutta, fino all’ultimo".

E’ un no?

"Se ci fosse qualcuno che ha più energia da dare, ben venga. Adesso è un momento delicato per la città, è importante restare un punto di riferimento".

Parla delle elezioni…

"Vorrei vedere una città che fa mediazione sui progetti e non sui nomi".

La situazione è ancora in divenire. Nelle settimane scorse è emerso anche il suo nome. Pronto a buttarsi in politica?

"Sono contentissimo di fare quello che sto facendo e lusingato quando leggo il mio nome. Io sono del ’71: dall’età della ragione ho visto crescere la politica del consenso, cosa che non mi appartiene. E poi è il momento delle donne. Non trova?".