
"Impegno e poca paga. Ma è un’esperienza necessaria"
Stefano Zecchi, in passato scrutatore e presidente di seggio, è personaggio esperto del mondo elettorale. Un suo parere è qualificato per capire la mancanza di vocazione per essere parte attiva dell’importante appuntamento. "Fare parte del seggio elettorale è molto impegnativo e di responsabilità" spiega. "Sono tre giornate piene senza respiro e con una remunerazione che ritengo bassa rispetto all’impegno richiesto. E i giovani non sono incentivati perché il coinvolgimento attivo nella vita sociale non è ritenuto in questo caso prioritario. Da evidenziare i sacrifici logistici e di orari richiesti, con poche soddisfazioni e difficoltà di interpretazione delle normative che alcune volte mettono in difficoltà".
Zecchi ricorda il suo debutto. "Ho iniziato a fare lo scrutatore a 19 anni perché mi sentivo coinvolto e attratto dal mondo politico. Ora però non c’è più l’affezione al bene comune come una volta. Per quanto riguarda i presidenti c’è un sistema elettorale sempre più complicato, vedi ad esempio il voto disgiunto e tanto è lo stress. Basta una piccola disattenzione e allo scrutinio non tornano le schede rispetto ai votanti oppure si possono creare problematiche di conteggio. E per finire la stancante consegna delle buste e dei pacchi di schede che deve essere fatta dai componenti del seggio in vari punti della città".
F. Que.