EMANUELE BALDI
Cronaca

Il verdetto delle analisi Stricnina nel terreno Così hanno ucciso i cani Il Comune: ora bonifica

L’esame autoptico su Zelda conferma i sospetti di veterinari e proprietari. Intanto nel quartiere la paura dilaga: segnalazioni continue e appelli. Palazzo Vecchio: "Accertamenti sull’erba prima di fare un intervento"

di Emanuele Baldi

Stricnina. Una parola fredda, fulminea e cattiva come le morti che, a questo punto è ufficiale, ha seminato (e si teme possa farlo ancora) tra i cani del parco di San Bartolo a Cintoia, ultima costola di città ai margini del corpaccione dell’Isolotto. La ’sentenza’ arriva dall’istituto zooprofilattico cittadino dove è stato svolto l’esame autoptico sul corpo della povera Zelda una delle otto vittime uccise dalla follia di una mano vigliacca e assassina che sta spargendo veleno nel quartiere.

Intanto, mentre si moltiplicano le segnalazioni di avvelenamenti che sarebbero stati registrati anche in altre zone (oltre alle Cascine ieri è stata segnalata la presenza di stricnina anche in zona San Giusto Le Bagnese e lungo l’argine della Greve) Palazzo Vecchio, dopo aver disposto già mercoledì con un cartello la chiusura dell’area verde (in realtà non recintabile vista la grandezza), ieri è intervenuto con una nota ufficiale: "Il parco rimane interdetto al pubblico e nei prossimi giorni partiranno le analisi in modo da predisporre la successiva bonifica. – si legge – Dai sopralluoghi già effettuati (l’ultimo in data odierna) non sono state trovate tracce di veleno, esche o polpette. Saranno effettuate a questo punto analisi dell’erba".

"In attesa dei risultati dei controlli invitiamo tutti i cittadini alla massima prudenza, anche in altre aree verdi limitrofe - dice intanto l’assessore all’ambiente Andrea Giorgio -. A questo punto sembra purtroppo chiaro che qualcuno abbia deliberatamente voluto fare del male agli animali con un comportamento criminale".

"Da parte nostra – ha poi aggiunto – ribadiamo la nostra solidarietà ai padroni dei cani morti a seguito di quelle che sembrano azioni folli e cattive e ci riserviamo di valutare se costituirci parte civile a un eventuale processo contro il responsabile di questi atti ignobili".

Ma è difficile, impossibile squarciare la cappa di ansia che da San Bartolo si è diffusa a macchia d’olio fino ai lungarni. "Quando portiamo fuori i nostri cani abbiamo addosso il terrore. – scrivono sui social gli abitanti dell’Isolotto – Questo (o questi) pazzo assassino potrebbe aver sparso il veleno ovunque e dobbiamo stare attentissimi quando i cani si avvicinano all’erba o a un cespuglio". "Così non si può andare avanti" sbottano altri invocando controlli a tappeto e telecamere pur nella consapevolezza generale che scovare chi lascia andare una ’polverina’ per terra è impresa, per usare un eufemismo, ardua.

Intanto David Sacchi, veterinario di San Bartolo che sta seguendo da vicino la vienda (molti proprietari sono corsì alla sua clinica dopo i sintomi avvelenamento dei cani) spiega cosa fare in caso di emergenza. "Purtroppo – dice – la stricnina è un veleno micidiale e se un cane la ingerisce è difficilissimo che riesca a salvarsi. Tuttavia l’unica cosa da fare è correre dal veterinario per una lavanda gastrica immediata nella speranza che la quantità ingerita non sia fatale e soprattutto che non sia già entrata pesantemente in circolazione".

Spasmi, convulsioni, occhi sbarrati e arti improvvisamente rigidi. Questi i primi, inequivocabili, sintomi di avvelenamento.

L’attenzione insomma è altissima, ora come non mai.

Oltretutto cresce anche la preoccupazioni per i tanti bambini che frequentano gli spazi verdi del quartiere e che in qualche modo – anche se fortunatamente è un’eventualità remota – potrebbero entrare in contatto con il veleno e avvincarlo alla bocca.