Il tesoro di Spadolini Ok al vincolo Nessuno potrà più modificare la villa

Il ministero ha riconosciuto l’interesse pubblico e l’alto valore culturale dell’edificio a Pian dei Giullari .

FIRENZE

di Cosimo Ceccuti

Pochi giorni fa la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio della nostra città ha posto il vincolo sulla villa di Giovanni Spadolini a Pian dei Giullari e su tutti i beni mobili in essa contenuti, riconoscendone l’alto valore culturale. Contemporaneamente la Soprintendenza archivistica e bibliografica della Toscana ha formalizzato la "dichiarazione di eccezionale interesse della biblioteca e degli archivi" dello statista fiorentino.

In breve, riconosciuto dal Ministero della Cultura trattarsi di beni di interesse pubblico, a nessuno in futuro sarà consentito modificare l’immobile o il suo assetto interno, con le collezioni artistiche e raccolte storiche, rispetto a come le ha lasciate il Professore alla Fondazione che ne porta il nome, e che negli anni trascorsi dalla sua scomparsa – ventinove – ha scrupolosamente rispettato la sua volontà: "Tutto dovrà rimanere così come è, in cima a quel poggio di cipressi antichi: l’emeroteca, i libri, le collezioni, al servizio delle nuove generazioni di studiosi".

Servizio. È la parola che sintetizza appieno la volontà di Spadolini. Lasciando le sue istruzioni testamentarie, ribadiva forte questo concetto: "Non trasformate la casa in un museo muffito – sono le sue parole –. Non ho bisogno di mausolei. Voglio che quelle stanze siano frequentate dai giovani che studiano, leggono, si formano con quell’amore per l’Italia che ho cercato di trasmettere loro nell’intero corso della vita".

È ciò che si è fatto in questi anni, con le visite delle scuole e degli studiosi, dai ragazzi delle primarie e secondarie di primo grado, affascinati dai cimeli dell’epopea napoleonica e risorgimentale; agli studenti degli istituti superiori con i laboratori sui grandi temi quali l’Unità nazionale e la Costituzione; agli universitari e ai dottorandi, con l’approfondimento delle fonti per le tesi di ricerca. E poi le associazioni, i circoli, e tanta gente comune che chiede costantemente di visitare quelle stanze per la loro ineguagliabile atmosfera.

I provvedimenti delle Soprintendenze, che hanno mostrato particolare impegno e sensibilità, sono insieme un riconoscimento e una garanzia. Il patrimonio culturale e civile lasciato dal fondatore del Ministero per i beni culturali e ambientali alla sua Firenze rimarrà un bene di tutti e per tutti.

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