EMANUELE BALDI
Cronaca

Il silenzio del rione. Solo rabbia nelle scritte: "Stop cantieri, ora un parco"

La città sembra assente ma lo sdegno e il dolore sono affidati a striscioni e mazzi di fiori "Non si può morire lavorando a 24 anni". A Empoli gli striscioni dei tifosi viola e azzurri .

Il silenzio del rione. Solo rabbia nelle scritte: "Stop cantieri, ora un parco"

Il silenzio del rione. Solo rabbia nelle scritte: "Stop cantieri, ora un parco"

"Fateci un parco, ci abbiamo sempre voluto un parco".

Un piccolo slogan sincopato, nel silenzio raggelante di una domenica mattina pure scaldata da un supersole quasi maggiolino, che non può non farci fermare e azionare lo smartphone per catturare l’immagine.

Un’immagine che sembra perfino una piccola poesia innocente, con la seconda frase che pare pronunciata da un bambino, deluso. Sottovoce.

Dalle 8 e 52 di venerdì, da quando quella trave infame ha innescato un incubo di cemento armato e farinoso, di polvere e morte, Firenze parla con lo spray e con i gesti. Non con le parole. A un occhio distratto può sembrare non esserci, la città, in queste ore quasi come se quel sangue fosse scivolato in un corpo a lei estraneo. Ma Firenze, al netto delle sue ciciliche sfuriate di popolo, ha in dote una compostezza tutta sua che utilizza alla bisogna. E stavolta sdegno e dolore hanno trovato questo equilibrio di emozioni che si traduce in una protesta afona ma altrettante roboante. Il silenzio di piazza della Signoria, per dire, sabato ha fatto più rumore di uno squillo di tromba.

’I morti sul lavoro gridano vendetta’ verga con spary nero una mano anonima su una parete di legno. La distesa di fiori vicino all’ingresso del cantiere di via Mariti dice mille parole più di un discorso. Un grido solo abbiamo sentito in questi tre giorni, uno soltanto. Quello di un giovane davanti all’arengario di Palazzo Vecchio: "Non si può morire in un cantiere a 24 anni". Un grido da un ragazzo a un altro ragazzo, un abbraccio che solo fisicamente non può esserci.

I quattromila tifosi viola, ieri al Castellani di Empoli, hanno srotolato due striscioni per un unico concetto: “Morire di lavoro non può essere accettato, ma in nome del profitto tutto è giustificato. Basta“. Anche la tifoseria azzurra ha manifestato il suo sdegno per la tragedia di via Mariti. “Basta morti sul lavoro. Basta vittime innocenti“. E anche il minuto di raccoglimento, prima del fischio d’inizio della gara, ha fatto un baccano incredibile nelle coscienze di tutti.

Ieri, in quella luce fortissima così strana per una mattina di febbraio, anche i palazzi intorno al cantierone sembravano parlare. Dalle persiane socchiuse gli sguardi attenti e rispettosi dei fiorentini che hanno seguito passo dopo passo il sopralluogo dei politici. Firenze ha un modo di trasmettere le emozioni tutto suo. Stavolta servivano poche chiacchiere e concetti forti. Li stiamo leggendo in questi lenzuoli appesi ovunque.

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