REDAZIONE FIRENZE

Il rapper Nayt porta il suo "Habitat" al Tuscany Hall

Nayt, rapper molisano, fa tappa stasera a Firenze con il suo "Habitat Tour", una serie di live nei club per esprimere se stessi senza giudizi. Il suo ultimo lavoro discografico invita a cercarsi e a capire chi siamo veramente.

Il rapper Nayt porta il suo "Habitat" al Tuscany Hall

"Questa tournée è il compimento finale del concept di Habitat. L’obiettivo è realizzare fisicamente uno spazio dove tutti possano esprimere se stessi senza giudizi; vulnerabili ma allo stesso tempo protetti dall’ambiente, come quando si è casa". Fa tappa stasera (ore 21), al Tuscany Hall, l’"Habitat Tour" di Nayt, una serie di imperdibili live nei club, in cui il rapper, classe ’94 si conferma tra gli artisti più interessanti della scena urban italiana. "Mai come oggi abbiamo investito e curato ogni singolo dettaglio, dalla musica, passando per le luci, fino agli effetti speciali - commenta Nayt -. I concerti sono un’opportunità, un’esperienza dal potenziale infinito, voglio prenderne atto, renderli indimenticabili".

Il rapper molisano, che in realtà si chiama William Mezzanotte, dagli esordi a oggi ha fortificato un percorso solido, basato sulla coerenza, sui fatti e sulle rime, affermandosi come uno dei nomi più tecnici, prolifici e innovativi nel panorama rap italiano. Ciò gli ha consentito di esprimersi al meglio e di stringere collaborazioni con alcuni dei massimi esponenti del genere in Italia. Intanto, il suo ultimo lavoro discografico, "Habitat" è un album di ricerca che invita a cercarsi o, come dice lo stesso Nayt, "è un invito alla ricerca, un dialogo tra l’uomo e lo spazio. La scoperta complessa, non lineare e mai totale del sé". Il disco, nella sua settimana di uscita ha debuttato al secondo posto della classifica Top Album FIMI e al primo della Top Vinili. "Il concept del disco gira intorno a trovare il proprio posto nel mondo e a capire chi siamo veramente – conclude Nayt -. Viviamo in un’epoca in cui siamo molto distaccati da noi stessi e dagli altri. E questo senso di disorientamento, di spaesamento, ci accomuna tutti. Tutti ci chiediamo: chi sono? Chi voglio essere? Qual è il mio ruolo? Il mio habitat naturale credo sia il mondo dell’arte, ma anche l’arte di amare. La mia dimensione è quella della sensibilità, applicata alla musica, al cinema o alla vita quotidiana".

Giovanni Ballerini