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Il processo false fatture La rimonta dei Renzi Vittoria in Cassazione e assoluzione definitiva

La Suprema Corte conferma la sentenza della corte d’appello. I due pagamenti ottenuti nel 2015 "non costituiscono reato". Disposto nuovo processo per il terzo imputato, l’imprenditore Dagostino.

Il processo false fatture La rimonta dei Renzi Vittoria in Cassazione e assoluzione definitiva

di Stefano Brogioni

FIRENZE

L’incasso delle due fatture che i genitori dell’ex premier, Laura Bovoli e Tiziano Renzi ricevettero dall’imprenditore Luigi Dagostino nel 2015, "non costituisce reato". Lo dice anche la Cassazione, che ieri ha confermato la sentenza della corte d’appello di Firenze che, il 18 ottobre dell’anno passato, ha mandato assolti babbo e mamma del leader di Italia Viva, rigettando il ricorso dell’accusa.

Una rimonta nei confronti della procura iniziata proprio nel secondo grado di giudizio. Nel primo processo, invece, i due genitori erano stati infatti condannati a un anno e nove mesi. Pochi minuti dopo la sentenza, Matteo Renzi commenta: "Con la decisione della Cassazione si chiude un processo, quello contro i miei genitori, che non avrebbe mai dovuto essere aperto. Solo l’ostinazione pervicace e ideologica della procura di Firenze ha costretto lo Stato a spendere centinaia di migliaia di euro del contribuente per una vicenda giuridicamente inesistente. Non esiste risarcimento per la sofferenza di tutta la famiglia in questi anni. Ma la definitiva assoluzione dimostra, una volta di più, che fare le battaglie in tribunale e affermare la verità è il modo più serio di rispettare le Istituzioni contro chi usa alcune procure come arma politica nei confronti degli avversari".

Male invece per Dagostino. Ci sarà un processo d’appello bis nei confronti del “re degli outlet“ per il capo d’imputazione in cui era stato assolto. Confermata la precedente condanna a 9 mesi per truffa. "Mi riservo di leggere le motivazioni di questa decisione", dice il suo legale, Alessandro Traversi.

Era stato Dagostino, all’epoca dei fatti contestati amministratore della società “Tramor“, a pagare i Renzi per due consulenze riguardanti il “The Mall“ di Reggello. Si tratta, complessivamente, di 160mila euro più Iva. Soldi da cui, secondo i giudici dell’appello, i Renzi non trassero vantaggi fiscali, né per loro ne per la società del Deagostino, rimasta truffata, secondo l’accusa, dall’atteggiamento del suo manager.

Il nodo del processo sono appunto i due pagamenti ricevuti dai genitori di Renzi, presidente del consiglio all’epoca delle contestazioni.

Il 15 giugno 2015, la Party rimette alla Tramor la fattura da 20mila euro più Iva per uno ‘studio di fattibilità commerciale per collocazione area destinata al food’ per un nuovo insediamento al The Mall. Quindici giorno dopo, è la Eventi 6 che chiede il pagamento di 140mila euro euro più Iva per uno "studio di fattibilità di una struttura ricettiva e food con i relativi incoming asiatici e la logistica da e per i vari trasporti pubblici".

Per i Renzi, difesi dagli avvocati Bagattini, Pellegrini, Miccinesi e Pistolesi, resta aperto un altro processo: quello per le presunte bancarotte delle coop satellite della Eventi 6, per cui, nel 2019, erano stati posti (prima che il Riesame affievolisse la misura) anche agli arresti domiciliari.