BARBARA BERTI
Cronaca

Il Pojana diventa Arlecchino: "Oggi il ’padrone’ è l’algoritmo". Andrea Pennacchi alla Pergola

La commedia in scena da martedì. E domani sera l’attore è protagonista della fiction "La Rosa dell’Istria"

Il Pojana diventa Arlecchino: "Oggi il ’padrone’ è l’algoritmo". Andrea Pennacchi alla Pergola

"Un Arlecchino mai visto, che riunisce stilemi diversi, frammenti di cabaret, burlesque, avanspettacolo, commedia, dramma, un gran calderone ultra postmoderno che inanella via via pezzi di memoria della storia del teatro". Così l’attore e drammaturgo Andrea Pennacchi presenta "Arlecchino?", scritto e diretto da Marco Baliani, in scena al Teatro della Pergola da martedì 6 all’11 febbraio (ore 21, giovedì alle 19 e domenica alle 16). L’attore, noto per il personaggio di Pojana, ospite fisso a "Propaganda Live" su La7, incontrerà il pubblico fiorentino il 7 febbraio alle 18. Lo spettacolo (produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo in coproduzione con Teatro Stabile del Veneto) è impreziosito dalla musica dal vivo eseguita da Giorgio Gobbo e Riccardo Nicolin. Pennacchi guida un cast composto da Marco Artusi, Federica Girardello, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzuccato e Anna Tringali.

Si dice che il suo Arlecchino faccia sussultare i tanti Arlecchini che nel tempo hanno fatto grande questa maschera: perché?

"Perché cerca in tutti i modi di essere all’altezza del ruolo, ma non ne azzecca una, è goffo, sovrappeso, del tutto improbabile, ma è in buona compagnia: gli altri attori che, come lui, sono stati assoldati con misere paghe dall’imprenditore Pantalone sono, al pari di Arlecchino, debordanti, fuori orario, catastroficamente inadeguati".

Un’icona internazionale della tradizione della commedia dell’arte viene trasportata e rinvigorita nella contemporaneità: come è possibile?

"Già di per sé la commedia dell’arte è stata creata per aprirsi costantemente sul mondo che la circonda, già nel testo tradizionale. Quindi utilizziamo quelle aperture di Carlo Goldoni per riflettere, ridendo, su cosa significhi oggi essere un servitore, si gioca molto sulla dialettica padroneservitore. Se prima il padrone era Pantalone oggi il padrone è uno spiritello invisibile che si nasconde dietro ogni algoritmo".

Tra Arlecchino e la sua maschera più celebre, Pojana, ci sono punti in comune?

"Entrambi sono programmati per la sopravvivenza. Arlecchino, però, non è cattivo, è un bambinone dotato di quell’astuzia che lo aiuta a uscire da un guaio ed entrare in un altro. Ma riesce sempre a salvarsi".

Pojana andrà a vedere Arlecchino?

"Assolutamente no, non ha tempo, deve lavorare. Se lo farà raccontare dalla moglie (ride, ndr)".

Domani sera la vedremo su Raiuno nella fiction "La Rosa dell’Istria"...

"Sì, narra la tragedia straziante e disumana degli esuli italiani dai territori dell’Istria e della Dalmazia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. E’ stato terribile ricostruire quei fatti ma tutte le storie vanno raccontate, anche quelle che fino a oggi sono rimaste nell’angolo".

Progetti futuri?

"Portare Pojana al cinema. Cioè, fare un film con questo personaggio nato a teatro, poi diventato televisivo. E’ una bella sfida ma questo mestiere è fatto di sfide".