REDAZIONE FIRENZE

Il parroco e la messa per l’ex fascista. "Qui preghiamo, la politica non c’entra"

Bivigliano, il Comune non omaggia il giovane caduto difendendo Mussolini

Don Luca Mazzinghi

Bivigliano (Firenze), 23 ottobre 2015 - "La chiesa prega per un defunto, non entra in questioni di politica". È netto don Luca Mazzinghi (parroco di San Romolo a Bivigliano da anni, nonché studioso di teologia e presidente dell’Associazione biblica italiana) riferendosi alla Messa che si terrà domani mattina a Bivigliano, in suffragio di Giorgio Baldini.

Il ragazzo di soli sedici anni che rimase ucciso il 23 settembre 1943, mentre combatteva sul confine orientale con l’esercito fascista. Ironia della sorte: proprio lo stesso giorno in cui, presso l’abasciata tedesca di Roma, si teneva la prima riunione del Governo della neonata Repubblica Sociale Italiana. Era giovane, Giorgio, forse troppo giovane per capire davvero quello che stava facendo. Ma erano anni che imponevano delle scelte, senza troppo tempo per decidere. E così, mentre tanto coetanei passavano alla nascente Resistenza, lui era partito volontario per la guerra: Torino, Lubiana, Postumia. Ma, tornando ad oggi, è sempre Don Luca a ricordare la sua giovane, troppo giovane, età: «Non era neanche maggiorenne, ricorda». E ribadisce allo stesso tempo che sabato sarà solo l’occasione di pregare per un defunto. Come dire assolutamente nessun doppio senso nostalgico. E spiega che sarà lui stesso a celebrare la funzione che, ricorda, non sarà nulla più di una messa in suffragio. Anche se alla presenza delle ceneri del defunto. E spiega che poi le ceneri di Giorgio saranno portate nella tomba di famiglia all’interno del cimitero di Bivigliano, dove riposano i genitori.

"La sorella gemella di Giorgio – spiega ancora Don Luca – è una parrocchiana, così come il fratello". E proprio il fratello, Stefano, è andato a Bari per recuperare le ceneri di Giorgio dal ‘Sacrario per le vittime d’oltremare’ (dove sono state rintracciate di recente) e portarle in Mugello in tempo per la celebrazione.

"Sottolineo – spiega Don Luca mentre sta per salire in treno di ritorno da un convegno in Calabria – che in tutto questo non c’è niente di politico". Speriamo. Speriamo che la funzione, cui parteciperanno anche gli alpini e la locale Misericordia, non sia occasione per qualcuno per mettere in mostra le proprie nostalgie. Non lo meriterebbe Bivigliano.

Nicola Di Renzone