Il Loggiato non si poteva chiudere E’ scritto in un atto notarile del 1865

La denuncia di Italia Nostra. La vecchia compravendita. potrebbe essere invalidata. dall’Opera della Propositura

Il Loggiato non si poteva chiudere  E’ scritto in un atto notarile del 1865

Il Loggiato non si poteva chiudere E’ scritto in un atto notarile del 1865

di Manuela Plastina

Nell’aprile 1865, un documento scritto a mano in una calligrafia che ormai è impossibile trovare, registrava il contratto di compravendita dei due secenteschi Loggiati del Pellegrino, atto rogato dal notaio Luigi di Antonio Torracchi. La venditrice era l’Opera della Propositura di Santa Maria, rappresentata da Torello del fu Francesco Pianigiani; l’acquirente era il Comune del Galluzzo (dal 1929 Impruneta) rappresentato dal Priore-Gonfaloniere Angiolo del fu Gaetano Parenti. La vendita per 8000 lire era a tutela della salvaguardia sia strutturale della conformazione architettonica e sia funzionale del bene. Nel contratto si definisce sine die che "la Comunità del Galluzzo non potrà alterare la destinazione di dette logge" come "chiuderle e ridurle ad uso privato". Al massimo potrà tutelarle con cancellate per impedire l’accesso di notte. In caso contrario "competerà all’Opera venditrice il libero diritto e d’inibire e di rescindere il contratto presente".

Ma ormai le logge sono chiuse, dopo la ristrutturazione che le ha fatte diventare luogo di mostre, eventi, presentazioni, nonché un ufficio turistico. Italia Nostra, venuta in possesso del documento, ha scritto al sindaco, alla Soprintendenza e al proposto della basilica. Il presidente della sezione fiorentina dell’associazione Leonardo Rombai chiede all’amministrazione "come intende ottemperare alla prescrizione prevista dal contratto?".

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