STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il giudice archivia l’inchiesta Nessun reato, Carrai si sfoga "Incubo che ci ha fatto male"

L’indagine per riciclaggio si era aperta nel 2019 dopo un sequestro di una somma all’aeroporto "Amara soddisfazione: non ci dimentichiamo l’umiliazione di una perquisizione di notte"

FIRENZE

Le accuse di riciclaggio a Marco Carrai e alla moglie, Francesca Campana Comparini, non ci sono più. Il giudice per le indagini preliminario del tribunale di Firenze, Gianluca Mancuso, ha accolto la richiesta della procura - firmata dai pm Luca Turco e Antonino Nastasi - e ha archiviato il fascicolo aperto nel 2019, contestualmente al controllo, avvenuto presso l’aeroporto di Peretola, di una donna, proveniente dal Togo, che aveva con sé una cospicua somma di denaro.

"Il procedimento è stato archiviato per “infondatezza della notizia di reato”", si legge in una nota in cui viene sottolineato che "Marco Carrai e Francesca Campana Comparini non dimenticano le visite nella notte della Guardia di Finanza, l’umiliante perquisizione di Francesca in stato di gravidanza e la successiva violenta persecuzione a mezzo stampa, tv e social network". "Esprimono tuttavia - si legge ancora nel comunicato - la loro amara soddisfazione per la fine di tale incubo che non sarebbe mai dovuto iniziare e che ha arrecato a loro e ai loro cari tanta sofferenza e danni materiali".

L’epilogo è giunto dunque con l’archiviazione del giudice, ma una bel colpo di accetta alle accuse della procura glielo aveva dato già il tribunale del Riesame, a cui aveva fatto ricorso il difensore dei Carrai, l’avvocato Filippo Cei: giudicando illegittimo il sequestro dei dispositivi prelevati nel corso della contestata perquisizione, il materiale era stato restituito all’imprenditore amico di Mattei Renzi.

L’indagine per riciclaggio s’accese con un altro sequestro, quello della metà della somma di 159mila euro in contanti trovata addosso, al suo atterraggio, di una conoscente dei Carrai, vicina al presidente togolese Faure Gnassingbé. "Non ci sono prove per ritenere che la somma proveniente dal Togo sequestrata all’aeroporto di Firenze avesse una provenienza delittuosa", scrissero i giudici del Riesame. "Gli ulteriori accertamenti effettuati confermano questo che aveva già detto il Riesame", commenta l’avvocato Cei. Secondo la prima ipotesi accusatoria, svanita poi nel corso dell’indagine, i soldi sarebbero serviti all’acquisto di un immobile a Firenze.

stefano brogioni