
di Gabriele Manfrin
"Non è stato fatto abbastanza, non bisogna continuare a cercare mia figlia dentro l’Astor, ma nei palazzi vicini. Sono già passati 4 mesi, non vogliamo che finisca come il caso della piccola Denise Pipitone".
Le parole di Katherine Alvarez, mamma di Kataleya la bimba di 5 anni sparita dall’ex hotel occupato, sono rivolte direttamente agli inquirenti.
A più di 120 giorni dalla scomparsa della bambina, svanita nel nulla senza lasciare traccia apparente, i genitori hanno chiamato una conferenza In piazza Dalla Piccola, propria a due passi da dove Kata è stata vista l’ultima volta. Con loro ci sono gli avvocati Sharon Matteoni e Filippo Zanasi, la criminologa Stefania Sartorini e l’ex generale Ris Luciano Garofano. Le parole di Katherine sono interrotte dal pianto: "Sono già entrati molte volte li dentro ma non hanno trovato niente – ha spiegato _ Nessuno ha cercato mia figlia nei palazzi che circondano la zona". La madre dice di aver avuto il dubbio che Kata sia rimasta nei paraggi dal primo giorno. Per la donna bisogna cercare nel quartiere, nello specifico negli edifici tra via Maragliano e via Monteverdi. O fino alla chiesa di via Boccherini, dove erano arrivati i cani seguendo il loro fiuto.
Via Monteverdi, non interamente coperta dalla telecamere, secondo la famiglia è la strada che è stata fatta da chi ha portato via la bimba. Che non esclude che possa essere in campagna, lontana dagli sguardi, dove qualcuno la tiene prigioniera. E sul fatto che gli inquilini dell’ex Astor siano a conoscenza della sorte della piccola, la donna non sembra avere dubbi: "Sono sicura che chi abitava li sappia cosa è successo a mia figlia – è chiara Katherine – .E’impossibile che nessuno abbia visto niente. C’è chi sa ma non vuole parlare, qualcuno nasconde qualcosa". I genitori lamentano anche una mancanza di informazioni da parte degli inquirenti. Le espressioni sono affrante, il padre di Kata, Miguel, trattiene a stento il pianto. Dicono che non smetteranno mai di cercare la piccola, ma che purtroppo non si sentono speranzosi di poterla riabbracciare nel breve: "La soluzione ci sembra lontanissima – continua la donna – Non sappiamo niente. Non abbiamo risposte. Non ci viene detto mai nulla. Io sono la madre e dovrei sapere cosa sta succedendo".
Di piste aperte ne restano diverse, ma anche l’ex generale dei Ris Garofalo si è detto speranzoso che le nuove perizie tecniche sui cellulari sequestrati apriranno nuovi sviluppi. Nel frattempo il suo invito è quello di ascoltare le traiettorie tracciate dalla madre "C’è qualcosa di diverso, che meriterebbe di essere approfondito", conclude.
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