STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il futuro dell’ex ippodromo. Le Mulina, stop alla concessione. L’odissea fra tribunali e degrado

Ultimatum alla Pegaso. Entro sessanta giorni deve liberare l’area per inadempimento. Dall’assegnazione ai sequestri, passando per le battaglie al Tar: un braccio di ferro lungo 12 anni.

Ultimatum alla Pegaso. Entro sessanta giorni deve liberare l’area per inadempimento. Dall’assegnazione ai sequestri, passando per le battaglie al Tar: un braccio di ferro lungo 12 anni.

Ultimatum alla Pegaso. Entro sessanta giorni deve liberare l’area per inadempimento. Dall’assegnazione ai sequestri, passando per le battaglie al Tar: un braccio di ferro lungo 12 anni.

FIRENZE

Un procedimento lungo e contorto, segnato dai dubbi - anche della procura - sin dalla sua genesi.

L’epilogo del bando per la gestione dell’ippodromo delle Mulina appare quasi scontato, alla luce delle mille difficoltà che hanno accompagnato questo percorso.

L’inchiesta giudiziaria (conclusasi con l’assoluzione dei protagonisti), i braccio di ferro al Tar, per poi arrivare ai sequestri dell’estate del 2023.

Proviamo a riassumere una dozzina di anni almeno di peripezie di questa porzione di città e della sua gestione, all’insegna di un feeling mai nato tra concedente e concessionario.

E’ il 29 giugno del 2012 quando, con Matteo Renzi sindaco, Palazzo Vecchio pubblica il bando con cui intende "valorizzare" l’ippodromo delle Mulina in un più ampio progetto di riqualificazione della Cascine. Il rilancio del parco, inserito nei “100 luoghi“, è uno degli obiettivi di governo cittadino del futuro premier.

Tre soggetti si contendono la gestione dello spazio, appetibile per eventi, mostre, concerti: B2K Explorer unita a Wonder Wheel; il raggruppamento temporaneo d’impresa “Park Lives”, e la Pegaso srl, rappresentata dall’imprenditore di origini cinesi Lorenzo Zheng.

La commissione aggiudicatrice assegna la vittoria alla Pegaso, ma subito dopo il verdetto comincia una contesa a suon di ricorsi. Il raggruppamento Park Lives, insoddisfatto dell’esito, va al Tar; Palazzo Vecchio in forma di autotutela il 28 febbraio 2013 congela l’esito del bando.

A questo punto, si accavalla l’inchiesta del pubblico ministero Christine Von Borries. La squadra mobile ascolta in diretta una sorta di trattativa tra la Pegaso – che teme che il Tar accolga il ricorso della rivale – e la Park Lives.

Il "patto" in ballo prevede la rinuncia al ricorso al Tar in cambio di una parte di ippodromo in subappalto. Non andrà in porto anche perché gli attori sono tanti, troppi. Così il ricorso andrà avanti e sarà anche accolto.

La gara verrà riproposta - nel maggio del 2014 - ma a quel punto partecipa solo la Pegaso perché l’associazione di imprese concorrente si è sfaldata e non ha più le risorse necessarie.

Comincia quindi l’era Pegaso, ma le Mulina non decollano. Le poche e non troppo riuscite iniziative finiscono nel mirino delle opposizioni che contestano l’intera operazione di affidamento dell’ippodromo. Per di più, Pegaso e Palazzo Vecchio iniziano anche a litigare per le condizioni dell’immobile, che necessita di robusti interventi contro l’ammaloramento e contro la prevenzione delle occupazioni abusive in un’area estesa e notoriamente a rischio.

Mentre i due contendenti si fronteggiano tra Tar e Consiglio di Stato, arriva una nuova inchiesta della magistratura: nell’estate del 2023, ampie parti dei 20mila metri quadri concessi alla Pegaso finiscono sotto sequestro.

Settimane prima, ci sono stati incendi causati da occupanti, sarebbero inoltre stati organizzati eventi che esorbitavano dal perimetro delle autorizzazioni, tipo un mega party di un dj senegalese, Wally. Recentemente, c’è stato un imponente sgombero. Il fronte penale è ancora aperto. Quello amministrativo, pure: perché all’ultima mossa perentoria di Palazzo Vecchio probabile che rispondano, come sempre, i legali di Pegaso.

stefano brogioni