Il festival dei popoli trasloca in streaming

Una sfida epocale per la rassegna di documentari più antica d’Europa: "Lo show deve andare avanti. E lo farà anche da casa"

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di Barbara Berti

La prima volta andò in scena al Teatro della Pergola nel 1959, oggi su una piattaforma web. Il festival di documentari più antico d’Europa, ’Il Festival dei popoli’ si preparata dal 15 al 22 novembre per l’edizione numero 61 che non si svolgerà dal vivo ma in versione on line - a seguito delle disposizioni contenute nell’ultimo Dpcm del Governo - sulla piattaforma Più Compagnia, la sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze in collaborazione con MYmovies.it, che ha messo a disposizione una sala cinematografica virtuale per i festival della Regione Toscana.

Così Alessandro Stellino e Claudia Maci, codirettori del festival, si trovano davanti a una sfida epocale e hanno immaginato che il filo rosso che lega l’edizione 2020 è ’The Show Must Go...Home’, un messaggio chiaro che lo show deve andare avanti, e lo farà anche da casa. "Con la chiusura delle sale - dicono - i festival si sono di nuovo trovati senza una casa e, allo stesso tempo, hanno scoperto che gli spettatori di un film possono essere moltiplicati all’infinito, per essere raggiunti attraverso le miriadi di finestre aperte alla circuitazione delle opere. Un’edizione del Festival dei Popoli come quella che ci apprestiamo a lanciare non può non rendere conto di tutto questo, nella consapevolezza che il film vive e trova la sua vera dimensione solo nell’anima collettiva del pubblico". Il cartellone del festival conta un’ottantina di documentari: il Concorso Internazionale vede 18 film e il Concorso Italiano sette titoli, tutti inediti. Ci sono, poi, le sezioni "Habitat", sui temi dell’ecosistema e del vivere contemporaneo, ’Let the Music Play’ dedicata alla musica e quella per i giovani spettatori e alle famiglie, ’Popoli for Kids and Teens’.

In attesa del programma ufficiale, da segnalare ’Traces of a Landscape’ di Petr Zaruba, opera sostenuta da Toscana Film Commission che racconta il viaggio di Jan Jedlicka un pittore, fotografo e regista sperimentale che dopo il 1968, costretto ad emigrare dalla Cecoslovacchia in Svizzera fino ad arrivare in Toscana, nella Maremma. Qui il pittore trova la sua nuova casa artistica e, come artista, ricomincia da zero. Per la sezione dedicata alle famiglie, sono in programma - tra gli altri - ’Lo que diràn’ di Emiliano Trovati e ’Asile’ di Victor Ridle. In questo caso giovani tra i 14 e i 17 anni diventeranno giurati per un giorno, eleggendo il miglior documentario della sezione. Il calendario del festival si può seguire da casa al prezzo di 9.90 euro.

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