Il disastro del ’91 ai raggi X: "Ci fu più organizzazione"

L’ex dipendente comunale: "Vedo poca conoscenza e preparazione"

"Campi deve essere pronta a eventi del genere perché da sempre il territorio è esposto al rischio alluvioni". A dirlo è Marco Cherubini, ex dipendente del Comune di Campi ormai in pensione che nel 1991 si trovò a fronteggiare l’emergenza alluvione. "All’ufficio tecnico eravamo in tre: l’ingegnere Paolo Bertelli, il geometra Franco Pepi ed io. In una settimana circa risistemammo tutto il disastro causato dalla rottura del Bisenzio" racconta precisando che in quell’occasione "l’alluvione fu più circoscritta". E, infatti, quel 15 novembre 1991 verso le 22 le acque del Bisenzio tracimarono nel quartiere di Santa Maria, passando attraverso le case, poco dopo il fiume rompeva l’argine-strada dalla parte opposta, nella zona delle Corti e iniziava l’inondazione del centro cittadino. "Ma al di là delle zone interessate in queste situazioni bisogna conoscere bene il territorio" continua spiegando che all’indomani dell’esondazione "andammo a Ferrara a prendere un’idrovora, prestata dal Consorzio di Bonifica di quella zona". La macchina dei soccorsi scattò subito, dunque. "L’idrovora fu posizionata a Ponte a Maccione e serviva per aspirare il reticolo delle acque basse, scaricandola direttamente nel Fosso Reale. E nei punti dove non si arrivava, l’acqua la ributtammo direttamente nel Bisenzio" continua. "Mi ricordo che contattammo svariate ditte di autospurgo della zona e tutte si misero a disposizione del Comune che si prese in carico la spesa", aggiunge rammentando pure l’arrivo dell’Esercito. "In due giorni i militari erano già a lavoro", precisa. Tra le altre cose, poi, "andammo in Mugello a prendere le scogliere per riparare la falla lungo il Bisenzio: anche questo intervento durò pochi giorni". Oggi, invece, dopo una settimana la città è ancora nel caos. "Forse c’è un problema organizzativo: quando succedono queste cose ognuno deve sapere che fare e attivarsi immediatamente – chiosa ancora –. Adesso bisogna fare presto, togliere tutta l’acqua e il fango il prima possibile". Cherubini, insieme a Pepi, ha dato piena disponibilità all’attuale amministrazione "ma non ci hanno mai risposto: forse sono più bravi di noi ma ritengo abbiano meno conoscenza e preparazione". E per il futuro Cherubini la vede così: "Il Comune deve fare squadra con gli altri enti per mettere in sicurezza il territorio. Da soli non si va da nessuna parte".

Barbara Berti

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