Il diario immaginario dei bambini "Mi chiamo Nadia. Sono ancora viva"

La toccante raccolta di temi dei piccoli della scuola Nencioni in cui la bimba continua a scrivere dopo la strage

di Emanuele Baldi

Firenze, 28 maggio 1993. "Ciao caro diario, in questo momento sono molto spaventata. Ieri notte è scoppiata una bomba sotto a casa mia. È crollata una parte della torre dove abito ma per fortuna io, mia sorella Caterina, il mio babbo e la mia mamma siamo sopravvissuti".

Comincia così, con un cortocircuito temporale, una deviazione dolce e fantasiosa degli eventi il primo dei temi immaginari realizzati dai bambini dell’Istituto Comprensivo Oltrarno “Scuola Nadia Nencioni”, intitolato alla piccola vittima della strage dei Georgofili. Le nove classi della scuola primaria fiorentinahanno vinto la IX edizione del concorso nazionale ’Tracce di memoria’ con la premiazione che si è tenuta il 9 maggio scorso, a Roma, in occasione del Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo. Video, disegni, frasi, sequenze temporali e, soprattutto, la scelta più toccante: raccontare il mondo visto dalla piccola Nadia come se quella bomba non l’avessa strappata alla vita alle 1 e 4 di un mattino di trent’anni fa. Viene la pelle d’oca a scorrere le pagine con la colonna sonora scelta per il progetto. "Sì, è stato un lavoro toccante – riconosce la preside della scuola Antonella Ingenuo – i bambini si sono dimostrati sensibilissimi, molti di loro si sono commossi scoprendo la storia della piccola Nadia. Sa qual è la cosa più bella? Che questi ragazzini sentono il mandato del ricordo.

Ma lasciamo la parola a loro. Leggiamo ancora.

Firenze, 29 maggio 1993. "Caro diario, scusa non mi sono presentata. Sono Nadia Nencioni, una bambina di 9 anni. Mi piace andare a scuola e scrivere poesie. Ho una sorellina di 50 giorni, le voglio tanto bene".

I bambini della scuola immaginano ancora. E scrivono

Firenze, 30 maggio 1993: "Caro diario, in questo momento mi viene da piangere perché mi è stato strappato via tutto ciò che avevo: i giochi, i miei libri, i vestiti. Tutto. Ma almeno ho ancora una famiglia. Tutte le nostre cose sono rimaste a Firenze. Ora siamo tutti dai nonni alla Romola. Ma quando vado a dormire, ho paura di essere svegliata da un’esplosione e di non tornare. Io ogni sera invece che dormire mi faccio le seguenti domande: perché la mafia doveva fare questo attentato? Perché ha colpito noi? Che soddisfazione gli ha dato? Perché proprio Firenze? Il mondo è contro di noi? Ogni notte provo a dare delle risposte ma non le trovo".

Ciò che s’infilza come una lama nell’anima è la capacità dei bambini di oggi di immedesimarsi in una bimba cresciuta trent’anni fa, avvezza alle cose semplici dell’ultimo lembo di mondo analogico.

Andiamo ancora un po’ avanti.

Firenze, 31 maggio 1993. "Caro diario, non ti ho raccontato che nell’espolosione è stata gravemente ferita la mia peluche Bubina. è la mia preferita, ome farò ancora senza di lei? Le confidavo tutti i segreti".

Facciamo un salto in avanti, l’ultimo, in quell’estate immaginaria.

Firenze, 10 luglio 1993. "I miei colori preferiti sono blu e oro, il verde, il giallo, il lilla e l’argento. Il nero, il grigio e il marrone mi fanno spavento. Le montagne sono tutte bianche, il bianco mi piace, è il colore più puro che ci sia. Mi fa venire in mente una melodia".

Stanotte alle 1,04 un fascio di luce bianca ha illuminato la Torre dei Pulci. Per te Nadia.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro