REDAZIONE FIRENZE

Il dg Rebecchi in procura "Nessun coinvolgimento"

Lungo confronto con il pm che gli contesta di aver taciuto sui ’vigilini’ Intanto la partecipata cerca un nuovo direttore. Ma lui non è fuori dai giochi

di Stefano Brogioni

FIRENZE

Il direttore generale della Sas, Cristiano Rebecchi, ha provato a convincere il pubblico ministero Paolo Barlucchi a cambiare idea, sul coinvolgimento suo e dei vertici della partecipata di Palazzo Vecchio in merito all’aver saputo, e taciuto, delle condotte di alcuni vigilini, oggi indagati e licenziati dall’azienda.

Lo ha fatto con un lungo e articolato interrogatorio, sul cui contenuto però è calato il silenzio. "Non parlo di Rebecchi", taglia corto il difensore del dg, l’avvocato Pasquale De Luca. Rebecchi è accusato di omessa denuncia, cioè di essere venuto meno all’obbligo di riferire all’autorità giudiziaria, quale pubblico ufficiale, i reati di truffa ai danni del Comune di Firenze di cui sarebbe stato messo a conoscenza. Nello specifico, il responsabile del settore servizio alla Mobilità di Sas, Luca Spiccia lo avrebbe informato di un episodio in cui due vigilini si sarebbero messi in tasca soldi di automobilisti nel corso di un concerto al Mandela, senza passare dalla cassa gestita da Sas.

In un serrato confronto, Rebecchi ha fornito, dal canto suo, tutte le delucidazioni sulla sua posizione. Saranno bastate a far fare retromarcia al pm?

Quello di ieri è stato comunque un interrogatorio decisivo, per molti aspetti. Non solo sul versante giudiziario. Perché se venisse archiviato il procedimento penale a suo carico, Rebecchi potrebbe improvvisamente ribaltare la sua posizione ’dimissionaria’ in Sas e tornare in pole position per proseguire il suo lavoro. Non è un mistero che il lavoro svolto in questi mesi da Rebecchi sia particolarmente piaciuto al consiglio d’amministrazione presieduto dal presidente Stefano Agresti. Il suo coinvolgimento nell’inchiesta è stato un fulmine a ciel sereno, caduto per altro poche ore dopo il rinnovo del contratto di collaborazione. In questi giorni, Sas sta preparando il nuovo bando da direttore generale, che dovrebbe essere messo in campo a dicembre. Se Rebecchi, a quella data, avesse risolto i suoi problemi, nulla gli vieterebbe di ripresentarsi, considerato anche che la caduta degli addebiti penali cancellerebbe in automatico anche le incolpazioni di carattere disciplinare che sono state avviate.

Non va dimenticato che Sas ha adottato un pugno durissimo nei confronti dei suoi dipendenti: i ’vigilini’ coinvolti nell’inchiesta - alcuni di loro sono finiti addirittura in carcere, anche se oggi le misure sono state affievolite - sono stati licenziati e l’ultima nuova tranche di contestazioni ha dato il via ad altri provvedimenti in itinere.

Anche per questo, in questi giorni, in tanti tra i 56 destinatari degli avvisi di conclusione della maxi indagine, hanno fissato un interrogatorio con il magistrato o stanno preparando memorie difensive.

L’inchiesta Sas è un pentolone al cui interno è finito un po’ di tutto. Dal malcostume di alcuni addetti al controllo della sosta di permettersi shopping in orario di lavoro e lunghissime pause pranzo, alle multe da togliere ad amici e amici degli amici, fino alla ’cresta’ sui biglietti omaggio.

Le chat del telefonino sequestrato a Nicola Raimondo, responsabile dei vigilini, hanno scoperchiato anche spericolate relazioni con la politica: in un filone dell’indagine è contestata perfino la corruzione elettorale.