Il Carnevale più forte della siccità

La contrada del Leone domenica 26 proporrà una piece teatrale sull’antica arte agricola della rotazione triennale

Il Carnevale più forte della siccità

Il Carnevale più forte della siccità

di Andrea Settefonti

Buon vivere e tradizione rurale. È il Chianti della saggezza contadina il perno della rappresentazione medievale ideata e realizzata dalla Contrada del Leone, guidata da Alessio Batistini per il Carnevale medievale che si terrà a San Casciano domenica 26 marzo. Nell’icona della rappresentazione della contrada c’è la prosperità, simboleggiata da un filo d’erba che rinasce nel sottosuolo, aiutato dall’azione di un aratro che rimescola le zolle nel rispetto del ciclo vitale della natura. In una terra arida, angosciata dalla siccità, la rotazione triennale è la strategia amica dell’ambiente che mette a frutto, con equilibrio, il lavoro dell’uomo, coltiva passioni e mani abili fino a stendere un campo di grano.

"Metteremo in scena la nascita e l’applicazione della rotazione triennale, che si sperimenta nel Medioevo, e che ancora oggi viene applicata per un uso sostenibile del suolo. Dedicheremo particolare attenzione a questo antico sistema di lavorare la terra, usato nel passato per prevenire e contrastare gli effetti della siccità, rispettoso dei ritmi e dei tempi della natura e delle sue risorse", commenta Alessio Batistini, capocontrada del Leone. È così che rinasce l’entusiasmo del Leone, una della cinque contrade – le altre sono Gallo, Cavallo, Giglio e Torre – che si sfideranno a colpi di scena nelle rispettive pièce teatrali. In palio la "Chiave del Castrum", riproduzione dell’antica chiave della Porta Fiorentina.

"Madame e Messeri della pregiatissima Giuria, quest’anno la Contrada del Leone rappresenterà una storia che parte dall’agonia che la fame genera e la gente invade e che non si può combattere con scudi e spade". Sono i versi iniziali dell’allestimento di un testo drammaturgico, scritto e diretto in ogni aspetto dai componenti della contrada. "La nostra storia è legata alle tecniche agricole – continua Batistini – che hanno ancora molto da insegnare, il valore delle radici e della terra da rispettare nel suo ciclo vitale, il saper fare contadino che continua a dare lezione nella contemporaneità sono alcuni dei messaggi centrali individuati dalla nostra contrada".

Con la rappresentazione teatrale, il Leone pone in primo piano l’urgenza di un cambio di rotta nel rapporto uomo-natura. "Dobbiamo avere rispetto della terra che abitiamo e in cui cresciamo, la natura è un tesoro alleato", chiosa Battisitini.

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