
di Francesco Querusti
Tutti uniti per sensibilizzare il mondo del calcio, l’opinione pubblica, i tifosi e soprattutto i genitori nelle categorie giovanili, sui corretti stili di comportamento. Purtroppo i casi di violenza sono in aumento e cercare di fronteggiarli è impresa molto difficile. Sulla presa di posizione del presidente della Rignanese Rossano Degl’Innocenti, di giocare a porte chiuse, i pareri sono però discordanti.
Interviene il delegato regionale attività di base della Federcalcio Vinicio Papini: "Non fare entrare il pubblico negli stadi, ritengo che non risolva il problema. Solo attraverso il confronto fra tutte le parti si può arrivare a una migliore cultura sportiva che ci permetta di considerare il calcio giovanile come veicolo di formazione umana e sportiva. La Federcalcio mira al raggiungimento di questi obiettivi con continui corsi riservati a istruttori, allenatori e dirigenti delle società. Il settore giovanile Figc e il Comitato Toscana con tecnici e equipe psicopedagogica è pronto a supportare le società che ne facciano richiesta".
Federico Pettini, responsabile organizzativo scuola calcio Floria: "Abbiamo un programma riguardante i dirigenti accompagnatori e addetti all’arbitro con incontri di formazione. Fra gli insegnamenti come si accoglie la squadra avversaria, come ci si comporta in campo, con i tutor nella scuola calcio e il rapporto con tecnici e dirigenti. Bisogna essere pronti a captare e bloccare sul nascere ogni situazione difficile. Abbiamo adottato come progetto formativo scuole calcio elite un percorso con lo psicologo in un processo di crescita del bambino e nei rapporti con i genitori. Serve un continuo dialogo con staff e tesserati. La finalità deve essere giocare in sicurezza".
Anche la Laurenziana si sta mobilitando: "Abbiamo messo uno striscione sulle tribune con scritto ‘Diamo un calcio alla Violenza’. Facciamo continui incontri con ragazzi, genitori e tecnici utilizzando degli psicologi e dirigenti federali. Ritengo giusto lanciare forti messaggi contro ogni mancanza di rispetto e atto di violenza come sta cercando di fare la Rignanese. Però fondamentale è fare prevenzione stando a stretto contatto con i gruppi per capire se ci sono situazioni pericolose".
Chiare le idee del presidente settore giovanile Fortis Borgo Luciano Sgai: "Serve maggiore cultura sportiva. Nelle partite giovanili il clima deve essere più sereno e i ragazzi devono divertirsi e stare bene insieme. Difficile giudicare e valutare la decisione della Rignanese. Chiaro che ci vogliono forti messaggi, ma ritengo che disputare la gara col pubblico sia necessario. Nel dopo Covid le persone sono tutte più nervose e difficile controllare le situazioni. Bisogna raddoppiare gli sforzi di tutti noi e ritrovare giudizio serenità".