di Stefano Brogioni
FIRENZE
Si era costruita un piccolo impero sfruttando la prostituzione delle sue connazionali trans: il suo business iniziava direttamente con l’agevolazione del loro arrivo dal Perù e proseguiva con la sistemazione in appartamenti, a prezzi che variavano se l’alloggio era solo un’abitazione o casa di appuntamenti dove incontrare i clienti.
Al termine di una lunga indagine del pm Gianni Tei, la squadra mobile della questura di Firenze, guidata da Roberto Di Benedetto, ha tratto in arresto - in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Sara Farini - la peruviana Lidia Janeth Chavez Espinal (nella foto), 38 anni, e sequestrato alcuni immobili di sua proprietà o a lei riferibili, dove, secondo quanto ricostruito dalle indagini, si esercitava la prostituzione. L’autorità si è presa anche la sua fiammante Bmw X2 e i suoi conti correnti, dove aveva accumulato somme importanti. D’altronde, stando ai conti degli inquirenti, il business che la donna aveva messo in piedi le avrebbe fruttato non meno di quattromila euro, netti, al mese.
L’operazione della squadra mobile ha portato sollievo anche al vicinato: numerose, infatti, nel corso dei mesi, erano state le proteste di chi non tollerava un via vai a ogni ora del giorno e della notte.
Gli appartamenti si trovano nelle zone di Novoli e Brozzi: via di Carraia, via di Peretola, via Zambrini, via Val di Chiana e via della Saggina. Due di questi, erano di proprietà della peruviana, anche se schermati da un prestanome; gli altri erano stati presi in affitto, sempre per il tramite di terzi, e poi subaffittati alle transessuali. Una quindicina, secondo quanto accertato dalle indagini condotte dalla sezione guidata da Erminia Del Prete, le persone che facevano parte del giro della Chavez.
Facendo leva anche sulla posizione irregolare di alcuni sul territorio nazionale, la donna avrebbe chiesto canoni di locazione assolutamente fuori mercato, chiedendo dai 200 ai 350 euro a settimana, ossia 8001400 euro mensili per singola camera all’interno di un immobile da condividere con altre persone, senza l’uso della cucina e, in un caso, anche sprovvisto del riscaldamento. In ogni appartamento avrebbe piazzato più persone, anche cinque in un solo alloggio, moltiplicando così i suoi introiti.
La donna, già sottoposta alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per i suoi precedenti per furto, avrebbe inoltre, più volte violato gli obblighi previsti da tale provvedimento allontanandosi da Firenze.
Ora deve rispondere di svariate ipotesi di reato: è accusata di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e di aver favorito la permanenza nel territorio dello Stato di cittadini stranieri irregolari, in concorso a vario titolo con altri connazionali, oltre che di trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita e violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale. Non solo: la 38enne, madre di due figli, è accusata anche di maltrattamenti nei loro confronti.