
segue dalla Prima
Entra nel dettaglio il presidente provinciale di Federalberghi Francesco Bechi: "Non è un provvedimento pensato per sostenere le imprese alberghiere, ma per il welfare familiare". Oltretutto nemmeno di tutte le famiglie: solo quelle che dichiarano un reddito Isee non superiore a 40mila euro.
In Toscana, per ora, solo il 3,3 per centro delle strutture si è dichiarato disponibile ad accettare in pagamento un credito d’imposta, da scontare eventualmente in banca. "Quello è un cuscinetto sociale. Invece servono interventi strutturali importanti – insiste Bechi – penso alla proroga della cassa integrazione fino a dicembre o al tavolo aperto in Prefettura per calmierare gli affitti delle attività ricettive o a una revisione drastica della tassazione. Il buono vacanze è lontano anni luce da tutto questo. E poi faccio una domanda: quando sono state lanciate le campagne di rottamazione per sostenere il settore automobilistico è stato anche imposto un limite di reddito?".
Ma l’analisi va oltre: "La situazione è drammatica. Le aziende non hanno risorse e il timore – conclude il presidente di Federalberghi – è che già a fine agosto se ne possano vedere gli effetti".
Non la pensa diversamente Cristina Pagani, Presidente Assohotel Confesercenti Firenze: "Non è uno strumento a sostegno degli albergatori. Non abbiamo incassi da 4 mesi e dovremo accettare clienti che non pagheranno. Inoltre il limite di reddito imposto ne fa uno strumento per vacanze low cost. All’estero ci sono stati governi, penso alla Germania, che hanno versato tre mensilità di fatturato sui conti delle imprese. Ci rendiamo conto che in Italia questo non è possibile, ma la realtà è che non siamo nelle condizioni di riaprire".
Paola Fichera