REDAZIONE FIRENZE

Il bambino col fiocco bianco

Quel bambino col grande fiocco bianco sul grembiulino azzurro, anni ’60, potrebbe essere chiunque di noi. Di noi "diversamente giovani", intendo. In lui ci siamo ritrovati tutti e passa inosservato che il fotogramma sia a colori. Sembra naturale a noi cittadini ipertecnologici del XXI secolo. Ma non lo è. Ritrae un bambino che va in prima, nel 1965. Un lustro prima e il fotogramma di quella pellicola da 8 millimetri sarebbe stato in bianco e nero. Forse avrebbe dato ancor più forte il senso del tempo. È il fotogramma di un bambino stupito, col volto fra luce e ombra. Forse è il primo giorno di scuola, un passaggio epocale della vita di ciascuno, segnato dalla prima ansia del nuovo. Spesso è un giorno caricato di aspettative da parte dei genitori, con l’annuncio di impegni e di compiti a casa, di fardelli da portare. Penso, invece, che dovrebbe essere presentato come un giorno gioioso, simbolo della creatività infinita della vita. Nuovi compagni, nuovi insegnanti, una umanità che si dilata nella mente del bimbo e che può instillare nel suo animo uno spirito positivo che lo accompagni tutta la vita. Non so leggere tutto questo negli occhi di quel bimbo che ora sappiamo si chiama Francesco. Gli occhi sono in ombra. Eppure quel filmato ridona il tempo perduto. Gli occhi di Francesco, l’adulto ritrovato, ci aiutano a sciogliere l’enigma. Si legge arguzia, ottimismo, positività incorniciati da un sorriso che suscita empatia. Rileggiamo una vita in pochi fotogrammi quando l’animo è volto a riscoprire il passato. Non ne siamo sempre consapevoli, ma è un sentimento che ci accompagna nei giorni di Natale. Qualche foto o qualche vecchio filmato ci restituiscono persone amate, scomparse, ma sempre presenti così come noi, di giorno in giorno, scompariamo a noi stessi e vorremmo ritrovarci. Forse quel vecchio filmato ha restituito a Francesco un pezzo di se stesso. E noi vorremmo condividere questa scoperta ritrovando quel bambino col grembiule azzurro.