I tanti traumi degli orfani dei femminicidi

Alessandra

Bondi *

Nelle famiglie in cui si manifesta la violenza verso le donne ci sono spesso figli e figlie che nei casi più efferati si ritrovano abbandonati diventando orfani di femminicidio. La buona notizia è che vi è una legge importante del 2018 che riguarda proprio loro che prevede delle misure di vario genere per i traumi enormi che portano con effetti a lungo termine su tutta la loro vita. Un aiuto importante ma che ancora non basta. Sappiamo infatti che con la pandemia le violenze domestiche contro le donne sono cresciute e in particolare durante le chiusure. La conseguenza più spesso segnalata per i figli che assistono a tali crudeltà è l’inquietudine seguita dall’aggressività, da comportamenti adultizzati di accudimento verso i familiari e dai disturbi del sonno, secondo i dati dell’Osservatorio povertà educativa. La violenza assistita inoltre può causare danni indelebili che si ripercuotono sia a livello psicologico sia a livello comportamentale: i bambini che hanno visto episodi di violenza nel contesto familiare rischiano di sviluppare comportamenti aggressivi, considerando il ricorso alla violenza come un atteggiamento ammissibile nella vita di relazione. Intervenire sul territorio significa connettere le diverse realtà e i diversi centri impegnati anche nella prevenzione: le Asl, i Centri Anti-violenza e i Centri per uomini maltrattanti. Quest’ultimi soprattutto sono luoghi che vanno fatti conoscere e rappresentano un’opportunità di riscatto e di cambiamento per l’immagine maschile. Per quanto riguarda invece cosa possiamo fare ancora di più per sensibilizzare la comunità attorno a noi credo che questa passi dal linguaggio che usiamo, dalla scuola dell’infanzia, dal promuovere nuove forme di relazione sane in primis in coppia e al contempo, azioni di prevenzione e di contrasto sulla disparità di genere.

*Psicologa

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