"È una storia da dimenticare È una storia da non raccontare È una storia un po’ complicata È una storia sbagliata…". Così cantava Fabrizio De André nel brano del 1980 rievocando la tragica vicenda dell’amico Pier Paolo Pasolini. E prendendo in prestito il titolo, "Una storia sbagliata", l’attore, autore e regista campigiano Mauro Monni ripercorre a teatro un’altra tragica pagina della storia italiana, gli anni immediatamente successivi a Tangentopoli. "Una storia sbagliata, ragion di Stato o stato di ragione" di e con Mauro Monni e Roberto Di Maio, con le musiche di Franco Battiato, va in scena a Villa Arrivabene a Firenze (piazza Alberti) domani alle 21,15 (ingresso libero). Lo spettacolo è il racconto della situazione italiana post Tangentopoli, con la mafia che approfitta del vuoto politico per sferrare un attacco mai così potente alle istituzioni con le stragi del ’92 e del ’93, compresi i motivi della morte di Falcone e di Borsellino. Ma anche le bombe dell’anno successivo con la strage dei Georgofili nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993. Com’è stato possibile che ministero dell’Interno, procure e varie agenzie di servizi segreti abbiano potuto permettere tutto ciò che stava accadendo nel nostro Paese? Può dichiararsi democratica una nazione che decide di scendere a patti con la criminalità organizzata invece di combatterla? È quello che provano a spiegare e a spiegarsi un ex giornalista d’inchiesta e un dirigente statale che all’epoca dei fatti comandava una di quelle agenzie sotterranee create proprio per gestire la salvaguardia delle istituzioni.
Un dialogo diretto e senza sconti tra due personaggi che hanno vissuto quel periodo buio su sponde opposte senza accettare compromessi, con aneddoti e rivelazioni che fanno ripercorrere allo spettatore la cruda realtà che contraddistingue questo complicato e meraviglioso Paese chiamato Italia.
Barbara Berti