
di Erika Pontini
Il Pd é alla ricerca di un accordo elettorale con Italia Viva di Matteo Renzi (già alleata in Comune e Regione) che però comporterebbe dei paletti sui nomi dei candidati. Per i dem potrebbe essere una strada da percorrere per andare blindati alle urne di Firenze, ma il nome che avrebbe messo (quasi) tutti d’accordo, quello dell’attuale governatore Eugenio Giani, sembra sfumare prima di scendere in campo. Il clima è gia da campagna elettorale, rovente vista la posta in gioco. Il sindaco di Firenze e, di conseguenza, lo scettro della Regione, possono essere per la prima volta contendibili al Pd. I democratici sono pronti a vendersi l’anima al diavolo pur di non perdere la roccaforte fiorentina. Per questo stanno cercando di ricucire i rapporti con Renzi: almeno questo filtra dalle stanze di via Forlanini. Dentro e fuori la coalizione il totonomi impazza.
Fratelli d’Italia ha dalla sua un possibile asso nella manica: le amministrative di Firenze saranno in contemporanea con le Europee e possono avere un effetto traino se le destre andranno in volata. Cosa da non sottovalutare affatto pensando all’exploit della Lega nel 2019. I nomi che circolano restano quelli sussurrati fra strade e salotti, eppure le primarie non sono assolutamente una priorità degli attuali maggiorenti.
I vertici Pd non vogliono lasciare nulla di intentato (lo sa bene anche Elly Schlein) e lo stesso segretario regionale Emiliano Fossi ha già incontrato i contendenti. Una sorta di consultazioni preliminari. Dall’assessora Sara Funaro, la candidata della continuità con Dario Nardella a Paola Galgani, ex segretaria Cgil. Ma anche le autocandidate Cecilia Del Re (ex assessore in rotta con il primo cittadino che l’ha licenziata in diretta Ansa) a Rosamaria De Giorgi. Sindaco donna, non per forza. Tra i nomi che circolano ci sono poi big della società civile come Luigi Salvadori (presidente della Fondazione Crf) e Antonella Mansi (già Confindustria, ora al vertice di Pitti). Di quest’ultima si parla da tempo senza che lei sembri allettata all’idea. L’incognita resta ancorata a un nome e a un patto che passa dalla strettoia del rottamatore. Alle passate politiche a Firenze ha incassato un 14,7 %o che non scomoda affatto. Anzi.
Un dato che comporta due cose: la prima è che se accordo ci sarà, dovrà passare per un’intesa ad ampio raggio Elly-Matteo, la seconda è che sul nome del candidato ci dovrà essere accordo e Renzi potrebbe mettere qualche veto per non puntare sul suo cavallo di razza, ovvero Stefania Saccardi, e buttarsi anima e corpo in un’altra partita. Per questo l’ipotesi di piazzare l’attuale governatore Giani non viene affatto sottovalutata nell’area Dem, nuovo corso. Qualcuno giura che con lui in campo la vittoria sia assicurata. Conosce la città come le sue tasche e ha consenso personale. Al netto ovviamente di riuscire a traghettare la Regione con il vicepresidente (che è Saccardi) fino alla scadenza senza dover andare al (deleterio) voto anticipato, di cucire una pax interna al partito, soprattutto ala sinistra. Ambienti vicini al governatore però ributtano la palla in tribuna: il presidente é troppo concentrato sulla Regione, dicono. E in queste settimane avrebbe maturato la convinzione del no. Piuttosto lavora per il secondo mandato a Palazzo Strozzi Sacrati. La girandola di poltrone poi potrebbe non piacere agli elettori. Attesa anche per capire l’agognato terzo mandato per i sindaci che non appare così scontato, perchè la riforma avvantaggerebbe proprio il Pd.
A cominciare da Nardella: con lui in campo il Pd si sentirebbe al sicuro. Più facile invece che ci scappi un sindaco della Metrocittà a elezione diretta, casella guardata con interesse dall’ex Pd, ora Iv e sindaco di Bagno a Ripoli, Francesco Casini. Il patto con Matteo potrebbe passare anche da lì. Ma il calciomercato politico sotto l’ombrellone passa anche dai nomi per le Europee, anche se qui i fiorentini devono pur fare i conti con il complicato collegio romano. Di un futuro di Nardella a Bruxelles si parla da tempo. E il sindaco ne ha già parlato con la Schlein e Bonaccini (pochi giorni fa). Qualche sondaggio già lo dà in cima al gradimento, subito dopo Zingaretti e prima della stessa Annunziata e primo in Toscana. L’idea è accarezzata dallo stesso Renzi e, nelle ultime ore sembra anche dal presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo che però pescherebbe voti nello stesso bacino di Nardella.