GIOVANNI BOGANI
Cronaca

’I calcianti’, finalmente in scena

Stasera l’anteprima su Sky Cinema del film di Stefano Lorenzi girato nel 2015 e premiato in Russia

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di Giovanni Bogani

Per qualcuno, è lo sport più bello del mondo. Certamente, è fra i più antichi. E dentro, c’è tutta Firenze, il suo orgoglio, il suo coraggio di ieri e di oggi, c’è la sua anima più popolare, più combattiva. Il calcio in costume, o calcio storico, è la rievocazione di quello che si giocava, a Firenze, fin dal 1530. E non è soltanto una parata, non è soltanto uno sfoggio di costumi e di rulli di tamburi. Tutt’altro: e questo i fiorentini lo sanno. Il calcio storico è un misto di pugilato e rugby, ha ancora in sé il sapore delle antiche battaglie campali, degli eserciti schierati.

Tutto questo, i fiorentini lo sanno bene. La novità è che questa sera verrà proiettato, su Sky, un film sul calcio storico che, praticamente, nessuno ha mai visto. Neppure, paradossalmente, il suo autore. Colui che ha speso un anno per girarlo, e che poi ne ha attesi altri dieci perché il film venisse alla luce. Il film si chiama "I calcianti", viene trasmesso stasera in anteprima assoluta alle 21:15 su Sky Cinema Collection. Il suo regista si chiama Stefano Lorenzi.

"I calcianti" racconta storie di sport e storie di vita, mescola attori molto conosciuti – Francesco Scianna, il protagonista di "Baarìa" di Tornatore, Guido Caprino, Francesco Arca, Giulia Michelini partner di Checco Zalone nei primi film, Maurizio Lombardi fuoriclasse del teatro, chiamato da Sorrentino per la serie "The New Pope", e che qui interpreta Veleno, un calciante muscoloso e selvaggio, con un vistoso tatuaggio sulla nuca.

Ma ci sono, nel film, calcianti che sono delle vere e proprie leggende, come Gianluca Lapi, Marino Vieri o Gabriele Zena, bandiere del calcio storico.

"Questo film è stato fatto anche grazie a loro, grazie ai calcianti - dice Stefano Lorenzi –. E’ un omaggio, un riconoscimento popolare a una realtà viva di Firenze. È uno spaccato di vita, non è un film d’autore, intellettuale". Ed è un film che è stato premiato all’estero, in Russia, con un riconoscimento allo stesso Lorenzi come miglior regista. Ma, paradossalmente, Lorenzi e tutto il cast non hanno mai avuto la gioia di una presentazione in Italia.

"La messa in onda di stasera è la prima assoluta italiana del film", dice Stefano. "Un film girato dieci anni fa, messo in frigorifero per problemi legati alla produzione, con riprese eccezionali di vere partite del calcio storico. Con momenti in cui si ride, altri in cui si soffre e ci si commuove". Il concetto, dice Lorenzi, "è raccontare uomini molto forti, molto coraggiosi, molto leali, che nella vita privata hanno però grandi fragilità. È un film corale, realizzato grazie all’entusiasmo della troupe e di tutti gli attori: vi hanno partecipato anche Vauro Senesi, il vignettista, Paolo Hendel e Sergio Albelli. Molti mi hanno anche chiesto: ma perché non lo vediamo insieme? Quello che sogno io è una grande proiezione pubblica a Firenze, dove il film è nato, dove è stato girato. La città di cui prova a raccontare l’anima".