
Protocollo d’intesa Comune-Università per rendere Firenze modello nazionale
I Centri di Alfabetizzazione del Comune di Firenze compiono 25 anni. E per celebrare l’avvenimento, Palazzo Vecchio, l’Università e la Rete dei Centri di Alfabetizzazione hanno organizzato un convegno all’Istituto degli Innocenti sull’inclusione scolastica di aluni e alunne provenienti da contesti migratori. Si tratta di "un servizio all’avanguardia che da un quarto di secolo contribuisce in modo fondamentale all’inclusione scolastica ed educativa nelle nostre scuole, e che di anno in anno si rinnova al meglio – afferma l’assessora all’Educazione, Benedetta Albanese – Il convegno è stata un’occasione di riflessione preziosa per attualizzare ancora e nel migliore dei modi questo servizio, particolarmente utile per affrontare le sfide che hanno di fronte la nostra scuola e più in generale la nostra società. I Centri di Alfabetizzazione non sono soltanto un servizio prezioso che da 25 anni costruisce un’esperienza di inclusione in città, ma sono soprattutto, e oggi ancora di più, uno strumento potentissimo per garantire i diritti di bambine e bambini allo studio e alla scuola. Nei giorni scorsi abbiamo firmato un protocollo d’intesa, accogliendo la proposta di Unifi di studiare e rendere il modello Firenze un modello nazionale". I Centri di Alfabetizzazione sono tre, ognuno dei quali riferimento per raggruppamenti di scuole in base alla dislocazione dei quartieri della città e si attivano su richiesta dei plessi, che segnalano all’Ufficio Inclusione della Direzione Istruzione le alunne e gli alunni che necessitano di questo servizio. L’impegno economico annuale per i Centri di Alfabetizzazione è di oltre un milione di euro, in prevalenza da risorse comunali. "Il protocollo che è stato siglato con il Comune di Firenze sull’inclusione all’interno dei servizi per i bambini e per gli adolescenti, relativamente ai migranti di prima e seconda generazione, è molto importante – dice la direttrice del Dipartimento Forlilpsi di Unifi, Vanna Boffo – perché dal punto di vista educativo mettiamo l’accento sulla definizione di intercultura. Nell’arco di questi ultimi 25 anni attraverso i nostri professori, dottorandi, dottori di ricerca e assegnisti, abbiamo sviluppato un vero e proprio modello di lavoro interculturale".