Hotel Sorgente Roveta Venduto un pezzo di storia

Dopo anni di aste andate deserte, l’aggiudicazione all’imprenditore Nocentini Da quasi 5 milioni si è calati a poco più di uno. Un colosso su quattro edifici

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Aggiudicato all’asta un pezzo di storia di Scandicci. Si tratta dell’Hotel Sorgente Roveta, struttura ‘mitica’ del Novecento, dove si radunavano la Nazionale campione del mondo di Vittorio Pozzo prima e la Fiorentina del primo scudetto poi. Dopo anni di aste andate deserte l’ultima invece ha visto prevalere Paolo Nocentini, patron della società di spedizioni internazionali, che tra l’altro è il proprietario anche dell’antico stabilimento nei boschi di Scandicci, non lontano dalla struttura ricettiva, dove si imbottigliava l’acqua Roveta e si realizzavano le bibite gassate famose fino alla fine degli anni ’70. L’albergo, completamente immerso nel verde è stato ristrutturato nel 2000, e poi passato tra le proprietà della Cit, la Compagnia Italiana Turismo finita in amministrazione straordinaria. Proprio a seguito di questa procedura, è stato deciso dal curatore di mettere all’asta i beni non funzionali all’esercizio d’impresa tra cui la struttura alberghiera di Scandicci. L’albergo è costituito da quattro edifici; ci sono 40 camere doppie tutte dotate di tv satellitare, minibar, cassaforte e telefono, oltre a due camere riservate al personale. Il ristorante, con pergolato esterno, conta 68 coperti. È presente inoltre un’ampia piscina scoperta ed un parco, con tanto di bosco, di 1,3 ettari circa, oltre ad un parcheggio scoperto riservato ai clienti che conta 47 posti auto. C’è infine la sala fitness a livello seminterrato, due sale riunioni, la palestra.

Alla prima asta la base era di 4milioni e 790mila euro. Nell’ultima invece, quella aggiudicata, il prezzo base era fissato in 1.060.000 euro. Le offerte dovevano arrivare entro il 6 febbraio scorso. Poi c’è stata l’aggiudicazione.

La storia della sorgente Roveta, comincia a fine Ottocento grazie all’imprenditore fiorentino Enrico Scotti. L’acqua Roveta diventa famosa in tutta l’area fiorentina, e poi negli anni ’50 arrivano anche le bibite: il chinotto, la cedrata, la cola e la celebre aranciata nelle bottigliette sferoidali che faceva concorrenza alle più famose marche nazionali. Dopo la chiusura della sorgente, era il 1975, la fabbrica è stata riassorbita dal bosco, diventando meta di passeggiate e un esempio di archeologia industriale per fotografi e appassionati. Dopo la ristrutturazione, l’hotel ha legato il suo destino alla Cit, società dalla storia antica e dalla pubblica proprietà. Adesso c’è da capire quale sarà il nuovo futuro della struttura ricettiva. Forse la più bella che c’è sul territorio, pronta ad accogliere turisti (emergenza virus permettendo).

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