
di Barbara Berti
Era il 9 luglio 2021 quando, senza preavviso, furono licenziati 422 operai della Gkn Driveline Firenze, l’azienda di semiassi di Campi Bisenzio che, con l’indotto dava lavoro almeno a 500 famiglie. In un venerdì mattina, concesso come giorno di ferie, la fabbrica fu chiusa e tramite un e-mail avvisati i lavoratori dell’imminente cessazione del contratto. Qualcuno aveva appena finito il turno di notte quando si diffuse la notizia. Le tute blu si radunarono ai cancelli ed entrarono nello stabilimento. Oggi, a distanza di due anni, nell’ex Gkn – ora Qf in liquidazione di proprietà di Francesco Borgomeo – i lavoratori sono ancora in assemblea permanente. "L’unico modo per difendere la fabbrica e il nostro posto di lavoro", sono le parole della Rsu ex Gkn. Dopo due anni – anche se i dipendenti sono scesi sotto le 200 unità – la lotta non si ferma. Anzi. Nei giorni scorsi è stato presentato il primo pezzo del ‘puzzle’ per la reindustrializzazione con il sostegno dello scouting pubblico portato avanti dalla Regione (il consorzio genovese Abaco è intenzionato a rilevare l’intero immobile per poi fornire i servizi alle aziende che lì costituiranno un ‘condominio industriale’ – e martedì è convocato l’incontro istituzionale, con la regia politica della Città Metropolitana, tra Inps, Ispettorato del lavoro e Inail per le questioni legate alle “buste paghe sequestrate“ oltre che ai ritardi nei pagamenti delle spettanze e della cassa integrazione.
E in occasione dei due anni, oggi i lavoratori concluderanno il weekend di incontri, dibattiti e scambi accogliendo la carovana nazionale del mutualismo. Ieri, invece, "oltre 200 persone", comprese delegazioni di attivisti climatici e sindacali di Germania e Svizzera hanno partecipato all’assemblea ’Lotte sindacali e climatiche: esperienze nazionali a confronto’. "L’assemblea segna un passaggio storico per la lotta del Collettivo di Fabbrica ex Gkn – sottolinea la Rsu –. È la formalizzazione del carattere internazionale di una lotta operaia che ha saputo resistere per due anni ai tentativi di licenziamento e all’assedio dell’attuale proprietà che ha provato a strangolare centinaia di persone, una violenza contro un’intera comunità e un territorio sulla quale andrà fatta chiarezza". E sempre ieri il grande concerto davanti ai cancelli della fabbrica.