Giuseppe Cini e il recupero dei teatri in città

Francesco

Gurrieri

Giuseppe Cini, oggi in felice quiescenza che consuma nel suo quartiere d’Oltrarno, è stato per anni direttore delle Belle Arti del Comune di Firenze,

facendo seguito al bravo Piero Micheli e al simpatico Nilo Verni. Ormai distante dalle ansie che assillano ogni ufficio pubblico, ha ripercorso alcuni suoi interventi più significativi della sua attività. In particolare, il recupero del Teatro Goldoni di via Santa Maria e il Teatro Puccini della Manifattura

Tabacchi, con la sua Torre,

realizzato da Nervi e Nebbiosi. La vasta documentazione è convenuta in una bella monografia introdotta da Luciano Artusi ed Eugenio Giani, dov’è presente anche Oriella Ferrini, che descrive il poco noto Teatro dell’Istituto dei Ciechi di via Nicolodi, realizzato fra il 1928 e il ’31 dall’ingegner Mario Malavolti. Il restauro del Goldoni è esemplare non solo per il rigore filologico posto dal

Cini, ma anche per la iperbolica mostruosità burocratica che ebbe a incontrare nei suoi innumerevoli passaggi. Chi si ponesse davvero a un tentativo di “semplificazione del procedimento” nella realizzazione di un’opera pubblica dovrebbe assolutamente leggere il capitolo intitolato ‘Il teatro e la burocrazia’: si tratta di una fulminante e amara sintesi del groviglio di leggi e regolamenti fra loro contraddittori da cui è difficile se non impossibile districarsi. Il recupero del

Goldoni . puntualmente descritto dal Cini è la cronaca amara di questo stato di

cose. Dalla decisione di restaurare il Goldoni da parte dell’amministrazione comunale (1976) si dovrà attendere il marzo del 1998, con la giunta Primicerio, per poter aprire il sipario! Ventidue anni di tormenti, circolari, commissioni di vigilanza, Coreco, Cassa Depositi e Prestiti, nuove leggi, modifiche ai regolamenti ed altro ancora. Tuttavia c’è un epilogo – ci dice il Cini – che ha ripagato di tante amarezze burocratiche: Firenze, città dove l’opera musicale nasce nel 1598, dopo quattro secoli può solennizzarne la primazia, affidando alla

regia di Luca Ronconi la realizzazione dell’Orfeo di Monteverdi.

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