ILARIA ULIVELLI
Cronaca

Giunta ad alta tensione Il sindaco rompe con l’assessora Del Re Le scuse non bastano

Nardella esplode dopo le sue parole sulla tramvia al Duomo e scudo verde "Mi aspettavo subito una smentita inequivocabile". Oggi la resa dei conti.

Giunta ad alta tensione Il sindaco rompe con l’assessora Del Re Le scuse non bastano

di Ilaria Ulivelli

"Dopo il confronto in giunta mi aspettavo dall’assessore Del Re una smentita tempestiva, secca, breve e inequivocabile". Alla fine di una giornata ad alta tensione il sindaco con poche laconiche parole lascia l’assessora Del Re appesa a un filo. Oggi si faranno i conti.

A Firenze toccare il passaggio in centro – in particolare al Duomo – della tramvia è un argomento tabù ormai da tre lustri e non era nel programma di questo mandato di Dario Nardella. Ma Del Re l’ha fatto. E il sindaco è furibondo. Non fa niente per nasconderlo. Nelle due note, diffuse al mattino e al pomeriggio, chiede con insistenza alla sua assessora "una secca e inequivocabile smentita di aver sostenuto questa ipotesi, altrimenti viene meno il rapporto di fiducia tra noi".

Della serie o smentisci o ti licenzio. Ma solo a tarda sera, più di sette ore dopo la conclusione di una giunta a nervi tesi, arriva il dietrofront di Cecilia Del Re, un atto di dolore che lascia il sindaco insoddisfatto. "Su un tema così dirimente e cruciale come la pedonalizzazione del Duomo e il nuovo assetto delle tramvie su cui abbiamo costruito tutti questi anni di governo con il consenso dei nostri cittadini, dobbiamo essere - tra di noi e verso la comunità - chiari, sinceri e trasparenti fino in fondo", dice Nardella in risposta al mea culpa dell’assessora all’urbanistica. Siamo ai titoli di coda?

Era arrivato scuro in volto alle 12,30 Nardella alla riunione di giunta. Un’ora e mezzo di duro confronto. Si sono lavati i panni sporchi davanti anche ai dirigenti presenti per l’approvazione di delibere che sono finite in secondo piano. E’ esploso subito il problema tramvia. "Non ho intenzione di riaprire con la mia amministrazione il tema del passaggio dal Duomo", dice il sindaco. E non è solo quello il problema. Perché Del Re il giorno prima era andata all’attacco anche della disciplina dello scudo verde, confutando il sistema della tassazione dei pendolari che entreranno in città ("Questo crea una ferita tra Firenze e l’area metropolitana", aveva detto). Il sindaco la prende di punta. "E’ noto a tutti che questa soluzione non comporterà pagamento di pedaggi secondo le nostre previsioni, ma servirà al controllo dei veicoli inquinanti a cui non è consentito circolare secondo la legge – dice – Di questo progetto se ne occupano gli assessori con deleghe all’ambiente e alla mobilità Andrea Giorgio e Stefano Giorgetti". Dice a Del Re di starne alla larga, che ha sbagliato a metterci bocca.

Una giornata difficile. E oggi sarà peggio. Perché le scuse non sono bastate a Nardella. Sono volati gli stracci. E il divorzio che, per una questione di credibilità, potrebbe rendersi indispensabile tra il sindaco e la sua assessora regina di preferenze, potrebbe persino avere strascichi divisivi nel gruppo del Pd appena uscito dal congresso. Strascichi che rischiano di minare la tenuta della giunta e del consiglio (cinque consiglieri sono molto vicini a Del Re): ci sono atti fondamentali da approvare, tra i quali il piano urbanistico e il bilancio. Dividersi adesso è pericolosissimo. Ma Nardella deve capire se sia inevitabile lasciare Del Re per non perdere la faccia con gli elettori.

Si giustifica l’assessora: "Ogni polemica sul punto, e nata da interlocuzioni di chiarimento sulla staffa e sull’accessibilità del centro storico, non rappresenta una mia proposta di modifica del piano operativo – scrive – Mi spiace e mi scuso con il sindaco, e anche con i giornali, se nelle mie interlocuzioni non sono stata chiara". Parole che non sono piaciute a Nardella. "Ribadisco che non è una mia proposta sul piatto, né l’amministrazione è al lavoro su questo fronte sopito da tempo – continua Del Re – Mi dispiace questa strumentalizzazione e questo clamore, e che una riflessione a seguito della proposta del gruppo e in seno al partito durante l’ultima riunione sul piano operativo abbia suscitato questa situazione di apparente conflitto". Il conflitto c’è sicuramente. E neppure troppo apparente.