FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Giulia è diventata alfiere: dall’aeronautica alle vacanze in Bosnia in aiuto dei più bisognosi

L’allieva Martinello è da tre anni una fiorentina adottiva. Frequenta l’Istituto di scienze militari Douhet alle Cascine. Oggi il simposio storico nel salone dei Cinquecento

Giulia è diventata alfiere: dall’aeronautica alle vacanze in Bosnia in aiuto dei più bisognosi

Firenze, 15 febbraio 2023 – "Servire". Sembra una parola desueta, soprattutto se pronunciata da una ragazza appena diciottenne. Ma servire, aiutare il prossimo, per Giulia Martinello è una necessità fisica, una legge di vita. La ragazza, residente a San Pietro in Gu, provincia di Padova, da tre anni è una fiorentina adottiva perché frequenta la scuola Douhet dell’Aeronautica militare che ha sede all’Istituto di scienze militari aeronautiche delle Cascine. Nei giorni scorsi ha ricevuto dal presidente Mattarella l’attestato di onore di ‘Alfiere della Repubblica’. Un riconoscimento al suo impegno solidale, visto che ha passato le vacanze estive in Bosnia per mettersi a disposizione dei più bisognosi. Una notizia accolta con soddisfazione dai vertici dell’Isma, e dai coordinatori civili della scuola.

Come ha deciso di andare in Bosnia? "Con il mio gruppo scout abbiamo programmato questo viaggio per mesi. A fine luglio, terminate le attività scolastiche, siamo partiti con altri 20 ragazzi. Prima Lubiana e Zagabria, poi il villaggio di Vareš. Siamo stati accolti con tantissima ospitalità. Il nostro obiettivo era portare nella nostra semplicità un po’ di gioia ai più piccoli ed essere utili. Abbiamo risistemato una vecchia chiesa cattolica che era il simbolo di quel paese ma non era più in uso. Di pomeriggio giocavamo coi piccoli, che si riunivano nella piazza del paese, nei fatti un parcheggio trasformato in un playground da basket".

Che esperienza è stata? "Intensa. Fra Leon il padre che si occupava della parrocchia ci ha raccontato le storie degli abitanti che sono per lo più anziani. I giovani sono andati, ma nessuno ha dimenticato il paese e se torna è per aiutare. Abbiamo riportato a casa anche le storie di chi ha perso familiari nella guerra. Ricordo i loro occhi che luccicavano nel rivivere quelle terribili esperienze. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Giocato coi bambini, parlato con le persone nonostante la lingua. A Sarajevo ci ha colpito vedere una città che si sta rialzando ma non vuole dimenticare la tragedia della guerra. Lo testimoniano ‘le rose’, ossia le buche provocate dai colpi d’artiglieria, riempite con un materiale rosso proprio per evidenziare gli orrori di quel conflitto".

Tornata a casa è arrivata la segnalazione del Quirinale. "E’ stata una grande sorpresa e un motivo di grande orgoglio. Poter conciliare questo mio desiderio di portare servizio ai bisognosi coi valori e gli impegni della scuola è stato importante. Quei valori sui quali ho giurato fedeltà alla patria, sono gli stessi che ho portato con me nella vita fuori e anche in questa attività. Sono orgogliosa anche di aver scelto la Douhet, è il luogo che mi ha fatto crescere, e spero di fare qualcosa di buono spero la collettività. Dopo la maturità tenterò la via dell’accademia aeronautica, ma proverò anche dei testi per l’università. Nel mio futuro spero di mantenere questa strada del servizio".

E’ all’ultimo anno della Douhet, quanto ha influito la scuola militare nella sua vita? "La scuola mi ha aiutato e mi aiuta tanto. I valori, non solo l’offerta formativa, sono stati uno dei motivi per i quali l’ho scelta. Un vero banco di prova per la vita che c’è fuori, per quello che ci aspetta. La scuola ha l’obiettivo di formare dei cittadini; noi entriamo da ragazzi in questo mondo, praticamente a 15 anni e credo che quanto apprendiamo sia un valore aggiunto non solo per la nostra crescita ma anche per la comunità intorno a noi".