Crac da coprifuoco, l’allarme del Caffè Gilli. "Così consegniamo Firenze agli stranieri"

Il gestore del celebre locale di piazza della Repubblica: "11mila euro di spese e ne incassiamo mille. Stiamo rischiando tutti di sparire e lasciare i marchi storici nelle mani dei grandi gruppi internazionali"

Marco Valenza, titolare degli storici caffè Gilli e Paszkowski di piazza della Repubblica

Marco Valenza, titolare degli storici caffè Gilli e Paszkowski di piazza della Repubblica

Firenze, 28 ottobre 2020 - «Stiamo rischiando di sparire tutti e di consegnare la città nelle mani dei grossi gruppi internazionali a cui poco importa della sostenibilità aziendale e della nostra storia". Marco Valenza, che insieme alla madre Linda e alla sorella Sonia gestisce tre dei locali più belli di Firenze, Gilli e Caffè Paszkowski considerati veri monumenti, e Move On in piazza Duomo, è amareggiato. Proprio ieri, a seguito del nuovo Dpcm che impone il coprifuoco alle 18, è stato costretto a chiudere parzialmente Move On che rimarrà aperto solo dal venerdì alla domenica.  

Come mai siete arrivati a questa decisione? "La maggior parte del lavoro si concentra dalle 17 in poi, dall’orario dell’aperitivo insomma. Questo è l’ennesimo colpo di grazia in un momento difficilissimo in cui ce la stiamo mettendo tutta per rimanere a galla. Purtroppo la metà dei miei dipendenti, tanti padri di famiglia, sono in cassa integrazione".  

In piazza della Repubblica lei ha due storici caffè, come è andato il primo giorno del coprifuoco? "Dopo un’estate andata malissimo, verso la fine di agosto abbiamo registrato alcuni segnali di ripresa. Ma con l’aumento dei contagi, il conseguente allarmismo e con la chiusura a mezzanotte prima e alle 18 poi, la situazione è tornata ad essere drammatica. Lavoravamo con il 73% di perdite, una percentuale che da lunedì è notevolmente aumentata. Non so quanto potremo resistere in queste condizioni considerando che ogni giorno in media per aprire uno dei nostri caffè abbiamo 11mila euro di spese vive a fronte di mille euro di incassi".  

A Firenze sono i locali del centro quelli che stanno soffrendo maggiormente. "Negli ultimi venti anni con il progressivo dislocamento di tanti servizi, parecchi residenti si sono trasferiti. Raggiungere i centri commerciali in periferia è molto più semplice e questo ci penalizza. Per questo bisognerebbe assolutamente abolire la zona traffico limitata, assurdo tenerla aperta visto che il centro è deserto, ma anche offrire tariffe agevolate per parcheggiare".  

Il Governo, invece, cosa può fare? "Bisogna prevedere dei rimborsi in base al calo di fatturato, abolire i contributi sul costo del personale e arrivare a un accordo con i proprietari di immobili che, di fronte a una perdita superiore il 20-30% del locale, dovrebbero abbassare il canone di locazione del 50%. Inoltre, credo che se non ci dovesse essere la certezza di una prospettiva farmacologica bisogna imparare a convivere col virus".

Come locali storici, riconosciuti un po’ come monumenti nazionali, avete avuto degli aiuti? "Di nessun tipo. Anzi, abbiamo costi che sono il triplo di quelli di un locale normale e nessun tipo di sostegno".  

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