
di Stefano Brogioni
FIRENZE
Gest conquista tempo. E affida lo studio dei suoi bilanci a un proprio consulente. In questo modo, la patata bollente della richiesta di commissariamento è rimandata. Se ne riparla ad ottobre, quando il gip, Silvia Romeo, ha segnato sull’agenda, al giorno 14, un nuovo appuntamento con i legali dell’azienda che gestisce la tramvia di Firenze, difesa dagli avvocati Antonio D’Avirro ed Enrico Mancuso, accusata dalla procura di Firenze di aver alterato i propri conti. Con accantonamenti ritenuti troppi ingenti, sostengono il procuratore Luca Turco e il sostituto Ornella Galeotti, Gest avrebbe mascherato la propria redditività, facendo apparire risultati economici di esercizio inferiori rispetto a quelli reali al fine di operare da una posizione di forza nell’ambito delle contrattazioni con il Comune di Firenze.
Sempre secondo l’ipotesi accusatoria della procura, Gest avrebbe esposto nei bilanci, alla voce "accantonamenti" effettuati per grandi revisioni del materiale rotabile e per infrastrutture, valori fondati su costi fortemente sovrastimati. Più in particolare, il fondo accantonamenti, nel periodo temporale dal 2015 al 2020 sarebbe stato "sovrastimato per circa 10 milioni di euro, così avendo la società occultato redditività per circa 7 milioni di euro", dicono i pm. La ragione di tale condotta, secondo l’accusa, sarebbe di tipo economico, connessa alla determinazione dei contributi in conto esercizio a carico del Comune: Gest avrebbe operato così al fine di mettere la società in una posizione di favore nell’ambito delle continue trattative con il Comune per la revisione periodica dei prezzi al km.
Oggi, la richiesta di affidare la gestione a un commissario giudiziale, prevista dalla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti, è dettata dalla possibilità che il reato contestato venga reiterato negli esercizi finanziari a venire. L’appalto in questione scadrà nel 2049.
L’indagine su Gest era venuta alla luce con le perquisizioni dello scorso ottobre nella sede della società, a Scandicci. Ipotesi accusatorie che, con l’analisi della documentazione sequestrata da parte delle fiamme gialle, si sono andate in parte modificando. Nei confronti dei due indagati, l’ad di Gest Jean Luc Laugaa e il presidente di Ratp Dev Italia, società che detiene il 51% del capitale sociale di Gest, Francois Mazza, non è stata intrapresa alcuna azione.
Palazzo Vecchio, ipotetica parte lesa del procedimento, sta a guardare gli sviluppi giudiziari. Anche se la situazione contrattuale è abbastanza intricata: tra il Comune di Firenze e i francesi di Ratp, c’è infatti in mezzo il concessionario Tram spa. Estranea all’indagine (anche se nell’ottobre scorso è stata oggetto di acquisizioni documentali da parte della guardia di finanza), il concessionario del servizio tramvia è stato recentemente protagonista di un con tenzioso con il Comune risolto con un accordo transattivo. Oggetto del contendere, introiti per ridotta produzione.