Gambetta al Six Bars Jail: "Tornare da voi è una gioia immensa"

Il chitarrista Beppe Gambetta torna a Firenze per presentare il suo nuovo album "Terra Madre" al SMS Serpiolle. I pezzi sono ispirati ai sogni legati alle terre madri di chi soffre. Il disco è in lizza per le Targhe Tenco e include collaborazioni con artisti folk americani. Gambetta, noto per il flatpicking, si esibirà da solo con qualche ospite, portando un'orchestra intera con la sua chitarra.

Gambetta al Six Bars Jail: "Tornare da voi è una gioia immensa"

Gambetta al Six Bars Jail: "Tornare da voi è una gioia immensa"

"E’ un onore per me fare uno dei primi live del mio nuovo disco al Six Bars Jail, un folk club con cui è nato un affetto profondo" A due anni dall’ultimo concerto, torna a Firenze Beppe Gambetta, il leader nel genere chitarristico flatpicking, che venerdì alle 21,30 suonerà all’SMS Serpiolle di via delle Masse. In questo settimo live in carriera al SBJ, il formidabile storyteller genovese, che vive fra il New Jersey e Ovada, presenta l’album "Terra Madre", cantato in inglese, italiano e occitano, uscito da pochi giorni per Amsc.

Gambetta, a cosa sono ispirati i pezzi del nuovo disco?

"Racconto i sogni legati agli itinerari nelle terre madri di persone che stanno soffrendo. Essendo una produzione indipendente ho ovviato alle restrizioni del budget suonando tutte le sei corde che avevo a disposizione. E’ una sorta di sinfonia di 9 chitarre in cui ospito alcuni artisti folk americani, tra cui Dan Crary alla chitarra, David Grisman al mandolino e Tim O’Brien alla voce".

Dal vivo, a Firenze suonerà però da solo?

"Sì, ma ci sarà qualche ospite. Faccio parte della categoria in estinzione dei folksinger: con una chitarra riproduciamo un’orchestra intera".

E’ contento che il disco sia in lizza per le targhe Tenco? "Certamente, vista la sua valenza cantautorale. Da bravo genovese c’è anche un pezzo dedicato a De Andrè che si chiama "Un panino", una ballata country anomala e tante folk song scritte da me, legati al cosiddetto diritto al sogno. L’arte ha bisogno di farci un po’ sognare, dandoci intensità, energia, tenerezza per andare avanti".

La pensano così anche nel New Jersey?

"Certamente, ma anche il pubblico di tutto il mondo che incontro nei miei tour. La mia attività si svolge di più negli Usa e in Canada, ma tornare in Italia è sempre una gioia immensa il pubblico quando apprezza quello che si suona risponde con grande calore".

Giovanni Ballerini

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