"Funaro parla ’glocal’: idea perfetta. Però mostri più forza individuale. Schmidt? Chiaro, ma troppi slogan"

Il linguista Ludovico Franco, esperto di comunicazione, analizza le strategie della campagna elettorale. Su Saccardi: "Bene il contatto sulla gente, ma non è social". "Del Re moderna, rischia il personalismo".

’Questione di feeling’ cantava ammiccante Riccardo Cocciante. Serve anche in politica, il feeling. Eccome se serve, specie in contesti tutto sommato ’intimi’ – anche se oggi sconquassati dalle variabili impazzite dei socal – come le sono le campagne elettorali per le amministrative dove contatto e empatia possono rivelarsi potenti grimaldelli così come Spade di Damocle.

Di Sara Funaro, candidata dem, si rileva lo stile accorto e misurato, poco incline allo scontro, più propenso al sorriso e alla modalità comunicativa della sintonia vis-à-vis. Eike Schmidt, al contrario, è sceso in campo con i clamori del caso, uno stile lineare, chiaro e rassicurante ma per qualcuno troppo ’americano’ in slogan e colori. La renziana Stefania Saccardi gioca di mestiere, dietro le quinte. Chi si sta muovendo meglio? Ne parliamo con Ludovico Franco (nella foto), docente di glottologia e linguistica all’Università di Firenze, esperto di comunicazione.

Professore, parliamo di stile comunicativo. Che idea si è fatto dei candidati a sindaco?

"Direi che Sara Funaro ha probabilmente un ottimo spin doctor. Fa una comunicazione pertinente, conattenzione forte al territorio e al tempo stesso parlando di Firenze come cuore pulsante di una grande rete".

Funziona?

"È una comunicazione ’glocal’, perfetta per una città delle dimensioni di Firenze".

Per qualcuno ha uno stile un po’ dimesso. Concorda?

"Più che altro non so, alla distanza, quanto possa pagare la strategia di proiettarsi non come entità singola ma come team".

In che senso?

"Usa troppo il ’noi’, forse dovrebbe sviluppare un’individualità più forte".

Di Schmidt che ne pensa?

"Mentre Funaro rimarca i risultati raggiunti dalla giunta Nardella, lui punta molto sulla discontinuità. Lo fa con messaggi semplici e chiari per gli elettori".

Quindi una strategia giusta?

"Sì ma usa troppo gli slogan senza scendere nel particolare. E punta forte sui sentimenti, un’impostazione valida ma più da campagna nazionale".

C’è poi la candidata renziana Stefania Saccardi. Un po’ sottotraccia?

"Mi pare molto attenta alla gente e al territorio, molto buona l’idea di prendere il caffè con i fiorentini. Magari deve interagire di più sui social dove praticamente non c’è".

E la battagliera Del Re?

"Donna energica, di spessore. Introduce strumenti nuovi come la geolocalizzazione per segnalare i problemi. E poi usa il megafono, scelta interessante. Rischia, correndo da sola, di concentrarsi troppo sulle sue attività personali".

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